Uno studio della Deakin University di Melbourne cerca soluzioni per limitare i danni di una pratica agricola altamente diffusa in Australia e nel mondo.
Nelle vostre esplorazioni delle aree rurali down under, avrete sicuramente notato i grandi stagni presenti qua e là nelle fattorie australiane. Si tratta per lo più di dighe agricole, ovvero stagni artificiali creati dai contadini utilizzati in agricoltura per accumulare acqua e così garantire alla fattoria il fabbisogno per l'irrigazione, il bestiame e per usi domestici.
Sustainable Farm, uno studio del Blue Carbon Lab della Deakin University in collaborazione con la Australian National University, ha messo in luce che le dighe agricole sono responsabili dell'emissione di un alto numero di gas serra. Solo quelle presenti nello stato del Victoria ad esempio emettono ogni giorno l'equivalente di 385.000 automobili.
La ricerca ha anche sottolineato che semplici pratiche come la recinzione potrebbero limitarne i danni all'ambiente.
La ragione per cui le dighe agricole in generale sono così nocive, spiega Martino Malerba, ricercatore del team del Blue Carbon Lab che ha condotto le ricerche in Victoria, "è perché tendono ad accumulare un sacco di nutrienti, i così detti run-off. Ogni volta che piove, vengono raccolti i nutrienti dai fertilizzanti, o dal letame o da sistemi urbani, e viene depositato in queste dighe agricole. Quando ci sono così tanti nutrienti, si crea una flora di microbatteri che emette molto metano".
Le dighe agricole in Australia sono migliaia, ma il numero esatto non lo sa neppure il governo visto che spesso in passato non c'era bisogno di permessi per costruire le dighe agricole, spiega ancora Malerba.
"Inoltre le dighe agricole sono relativamente piccole rispetto ad altri sistemi acquatici e quindi sono difficili da indentificare con il satellite. E perciò neanche il National Carbon Accounting del governo ha mai pensato di prendere in considerazione di guardare alle dighe agricole come fonte di gas serra".
La ricerca del team della Deakin University di Melbourne ha messo in luce quanto invece sia necessario uno studio di queste dighe agricole e la gestione da parte del governo e degli stessi agricoltori per limitare i danni sull'ambiente.
Allo stesso tempo, il team del Blue Carbon Lab lancia un messaggio di speranza.
Attraverso i dati raccolti sul campo i ricercatori hanno notato che il miglioramento delle condizioni delle dighe agricole ridurrebbe le emissioni di gas serra del 56%. Le dighe agricole potrebbero, se gestite nella maniera corretta, diventare insomma una soluzione al problema.
"Abbiamo trovato delle dighe agricole che sono talmente ben curate e che hanno dei flussi di gas serra che sono negativi", spiega ancora Malerba, "questo vuol dire che non emettono gas serra ma addirittura li assorbono dall'atmosfera e li catturano dentro alla diga agricola".
Un altro degli obiettivi dei ricercatori della Deakin University e della ANU è quello di collaborare con il governo allo sviluppo di uno strumento satellitare per poter localizzare tutte le dighe agricole presenti oggi in Australia.
"Per quantificare le emissioni di gas serra, hai bisogno di dati satellitari, perché abbiamo a che fare con milioni di dighe agricole in tutte Australia". Il governo australiano attualmente non ha la capacità di monitorare l'impatto delle dighe agricole sull'ambiente a causa delle loro piccole dimensioni e della loro lontananza.
Ascolta qui l'intervista a Martino Malerba, ricercatore del Blue Carbon Lab, Deakin University, Melbourne