Le esperte della Rete Donne in Rete contro la Violenza (D.i.Re) sono impegnate per garantire informazioni e supporto alle ragazze e alle donne ucraine in arrivo in Italia.
Due “Blue Dot” attivati dall’Agenzia ONU per i Rifugiati e dall’UNICEF stanno accogliendo i rifugiati ucraini ai valichi di frontiera in Friuli Venezia Giulia.
Qui le esperte della Rete Donne in Rete contro la Violenza (D.i.Re) sono impegnate per garantire informazioni e supporto alle ragazze e alle donne ucraine in arrivo in Italia.
Luisanna Porcu, psicologa, del centro antiviolenza Onda Rosa di Nuoro e parte della rete D.i.Re, ha spiegato a SBS Italian che spesso queste donne sono vulnerabili quando arrivano in Italia.
Chi fugge dalla guerra è particolarmente vulnerabile e doppiamente vittima di violenza.
"Le donne, le bambine e i bambini in fuga dalla guerra è chiaro che vivono l'esperienza di violenza estrema", ha dichiarato Porcu.
"Arrivano in Italia e queste donne hanno il diritto di sapere che, qualora in Italia vivessero delle situazioni di violenza, possono rivolgersi ai centri antiviolenza".
Ai centri è possibile rivolgersi senza documenti, e sono luoghi gratuiti per le donne.
"È possibile che queste donne si trovino in delle situazioni di sfruttamento lavorativo", ha spiegato Porcu.
"Noi sappiamo che moltissime famiglie stanno licenziando le badanti che stanno dando la disponibilità per accogliere donne ucraine facendole lavorare gratis".
"Anche donne giovani stanno raggiungendo uomini che promettono loro di scritturarle nel mondo dello spettacolo, della moda, del ballo. Si dichiarano registi ed è possibile che queste donne possano essere a rischio di una nuova tratta."
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