Il ritrovamento nel porto di Newcastle del corpo di un sommozzatore getta nuova luce sui nuovi metodi di traffico di stupefacenti della malavita organizzata.
Lunedì scorso è stato trovato il corpo di un uomo vicino al porto di Newcastle, con ancora indosso equipaggiamento professionale da sub, tra cui un rebreather – un’apparecchiatura che permette di stare in immersione più a lungo senza che compaiano bolle in superficie.
In evidenza:
- Un sub morto è stato trovato nei pressi del porto di Newcastle con 50 kg di cocaina
- Gli inquirenti pensano che il carico totale fosse di 300 kg e che fosse stato attaccato alla chiglia di una nave a loro insaputa
- Le indagini sono in corso, la polizia ha fermato un uomo che cercava di imbarcarsi per Singapore
Nell’area sono stati trovati diversi pacchetti contenenti 50 kg di cocaina, che secondo gli inquirenti sarebbe stata attaccata alla chiglia di una nave, i cui membri dell’equipaggio sono stati scagionati dopo gli interrogatori della polizia.
Dopo ricerce estese, sono stati trovati altri 50 kg di cocaina, ma la polizia è convinta che il carico totale fosse di almeno 300 kg, dal valore di circa 120 milioni di dollari.
Quello di Newcastle è il porto più grande del mondo per quanto riguarda il commercio di carbone e ci transitano oltre 2000 navi all’anno.
Anna Sergi è professoressa all’Università dell’Essex ed è esperta di internazionalizzazione della ‘ndrangheta.
Nel 2019 ha pubblicato una ricerca sui porti in Australia e Canada e su come la criminalità organizzata sfrutta i punti deboli della sicurezza per il contrabbando di sostanze illecita.
Ai microfoni di SBS Italian ha raccontato quali sono le metodologie moderne di traffico di stupefacenti attraverso i porti.