I prodotti vinicoli australiani si sono visti affibbiare delle tasse fino al 212%, una decisione che manda un segnale chiaro e forte a Canberra.
Se questa è stata la settimana della propaganda, a colpi di fotomontaggi, reazioni indignate e contrattacchi verbali, alla fine della scorsa settimana a prendersi la scena erano stati i nuovi dazi doganali imposti dalla Cina all'esportazione dei vini australiani.
I prodotti australiani si sono visti affibbiare delle tasse fino al 212%, una mossa che Pechino definisce preventiva in attesa della sentenza dell'Organizzazione Mondiale del Commercio per l'accusa di dumping australiano, ovvero la vendita sotto-costo.
Questa mossa rischia di rovinare il mercato australiano ed è l'ultimo messaggio forte diretto agli Stati Uniti, attraverso l'Australia.
Giovanni Di Lieto, cultore della materia di diritto commerciale dell'Università di Bologna, ha spiegato a SBS Italian il significato economico e politico di questi dazi.
Ascolta il suo intervento.
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