Quando è tornato in Australia a luglio del 2019, Nicola Bernardi non poteva prevedere che il 2020 avrebbe scombinato i suoi piani fino a questo punto. Dal suo appartamento di Melbourne ci ha raccontato il suo lockdown, tra progetti creativi e qualche incertezza in più sul futuro.
Nicola si definisce un autodidatta, ma il suo curriculum è di tutto rispetto. Nel 2017, al termine di una sua prima permanenza down under iniziata tre anni prima, si è aggiudicato un premio del prestigioso festival fotografico Head On, con un intenso ritratto di suo padre.
Dopo una parentesi trascorsa tra Italia e Stati Uniti, il giovane fotografo nel 2019 ha deciso di tornare a Melbourne, città dove si era trovato bene e di cui apprezza molto la scena della stand up comedy.
Qui ha iniziato a lavorare con un'agenzia di branding e design, una collaborazione che gli ha garantito una sponsorizzazione per quattro anni.
Ma in questo difficile 2020, la pandemia e la conseguente chiusura dei confini australiani ai non residenti hanno cambiato in modo imprevedibile la sua esperienza australiana.
Per un fotografo ritrattista che ha bisogno di stare vicino ai propri soggetti i lockdown sono abbastanza problematici
Durante il primo lockdown Nicola non si è perso d'animo, e anzi ha avviato o proseguito una serie di progetti creativi, come una web series fatta con i suoi housemates di Melbourne e un podcast in collaborazione con amici in Europa.
Quando le restrizioni hanno cominciato ad essere allentate ha iniziato un progetto fotografico intitolato "Isolation", una serie di ritratti di persone che avevano vissuto il periodo in solitudine.
"La maggior parte delle persone ha scoperto la possibilità di comunicare con gli altri in maniera remota", racconta "ma psicologicamente su tutti c'è stato un enorme senso di distacco dal resto".
Tuttavia la seconda ondata di casi nel Victoria ha portato all'introduzione di misure ancor più restrittive, sia per gli individui sia per le attività, segnando una battuta d'arresto per questo suo progetto.
"Questo secondo lockdown [a Melbourne] è diverso dal primo, siamo tutti stanchi", riconosce Nicola, che ora sta riflettendo sul da farsi.
Su di lui pesa in parte il fatto di avere un visto non permanente, quindi di non avere accesso alle misure straordinarie di supporto al reddito introdotte dal governo (come JobKeeper e JobSeeker), e di non poter neanche fare arrivare qui la sua compagna italiana, Martina, che secondo i piani avrebbe dovuto raggiungerlo in questo periodo.
"In questo periodo ti senti lasciato da solo (...) sono tra i fortunatissimi che ha ancora qualcosa da fare e un introito, ma la mancanza del tuo Paese si fa sentire in momenti come questo".
Per ora l'obiettivo è arrivare a fine lockdown, nella speranza che si possa tornare presto ad una parvenza di normalità.
La creatività intanto aiuta anche la vita di coppia: Martina è un'illustratrice, e pur essendo a migliaia di chilometri di distanza i due collaborano ad un progetto dedicato ai sogni ai tempi del coronavirus, "non tanto gli incubi ma i sogni di normalità", quella normalità che si spera appunto che possa tornare presto.
Ascolta l'intervista integrale:
Le persone in Australia devono stare ad almeno 1,5 metri di distanza dagli altri. Controllate le restrizioni del vostro stato per verificare i limiti imposti sugli assembramenti.
I residenti dell'area metropolitana di Melbourne sono soggetti alle restrizioni della fase 4 e devono rispettare un coprifuoco tra le ore 20:00 e le ore 5:00. L'elenco completo delle misure restrittive è disponibile qui: https://www.dhhs.vic.gov.au/stage-4-restrictions-covid-19
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