Il settore delle pulizie impiega in Australia 150 mila persone, molte delle quali operano in contesti fondamentali come ospedali, università, centri commerciali e uffici. Il comparto resta però in buona parte “invisibile” al grande pubblico, perché spesso si lavora di notte o in orari marginali, lontano dagli occhi di chi utilizza quegli spazi.
Il Cleaning Accountability Framework — un’organizzazione no profit che promuove trasparenza e responsabilità sociale nel settore — monitora da anni questo ambiente lavorativo.
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Un'immagine di pulizie in corso a Sydney Credit: DEAN LEWINS/AAPIMAGE
Secondo Amoresano, le criticità più frequenti emergono nei casi in cui non vengono rispettate le condizioni minime previste dal contratto nazionale. “A volte basta che una ditta perda un appalto perché diversi lavoratori si trovino senza impiego da un giorno all’altro”.
Gran parte degli addetti sono immigrati o persone con contratti temporanei, e questo può esporli a soprusi, paghe inferiori o mancanza di tuteleLuigi Amoresano, Cleaning Accountability Framework
Elisa, una giovane italiana che da anni lavora nel settore, ha sperimentato più volte queste fragilità.
“Mi è capitato che il compenso non rispecchiasse le ore o le mansioni, oppure che le attrezzature necessarie fossero a mio carico. Sono situazioni che ti fanno sentire poco protetta, soprattutto se lavori da sola o in ambienti privati”.
Accanto alle storie difficili, ci sono anche imprese che investono in qualità e tutele. A Melbourne, Flavio Roccasalva, 37enne siciliano fondatore della ditta ItalClean, ha voluto costruire un modello diverso.
“Il settore attira tante persone arrivate in Australia da poco, ma proprio per questo alcuni rischiano di accettare condizioni non adeguate. Noi puntiamo sul contrario: tariffe corrette, attrezzature fornite dall’azienda e formazione continua. Se il lavoro è equo, è più facile garantire anche sicurezza e dignità”, spiega Flavio a SBS Italian.
Il settore attira tante persone arrivate in Australia da poco, ma proprio per questo alcuni rischiano di accettare condizioni non adeguateFlavio Roccasalva, ItalClean
Il tema della vulnerabilità non riguarda tutti allo stesso modo. Norah, addetta alle pulizie in un grande edificio pubblico, racconta un’esperienza diversa. “Per me è stato fondamentale migliorare l’inglese. Ti dà sicurezza, ti aiuta a capire cosa ti viene richiesto e ad evitare incomprensioni".
Secondo lei, conta anche la percezione sociale del lavoro: "A volte senti uno stigma, come se questo mestiere venisse considerato meno di altri. Ma è un lavoro importante come gli altri e merita rispetto”.

Un netturbino pulisce le strade di Docklands dopo i festeggiamenti di Capodanno a Melbourne, il 1° gennaio 2024. (AAP Image/Con Chronis) Credit: CON CHRONIS/AAPIMAGE
Cosa possono fare allora i lavoratori per tutelarsi? Amoresano è chiaro: “Il consiglio più importante è informarsi e aderire a un sindacato, chiedere supporto quando qualcosa non torna. Finché tutto va bene, sembrano tutele superflue, ma quando insorgono problemi è troppo tardi per intervenire. Avere un punto di riferimento fa davvero la differenza”.




