Dobbiamo ricordarci che il 457 è stato creato per aiutare le aziende australiane che si trovano in difficoltà nel trovare localmente i lavoratori specializzati di cui hanno bisogno.
Michele è un giovane italiano che dopo essere stato sponsorizzato con un visto 457, è entrato in conflitto con il suo datore di lavoro ed è stato licenziato prima dei due anni necessari per ottenere la residenza. Secondo lui, la norma che vincola il lavoratore all'azienda per due anni favorisce possibili sfruttamenti.
"Sei disposto a chiudere un occhio se vieni sfruttato o sottopagato perché sai che se resisti due anni, poi puoi richiedere la residenza permanente"
Di parere diverso l'agente di immigrazione Emanuela Canini, che ci ricorda il senso del visto 457.
"Questo visto è stato creato con l’idea di favorire le aziende australiane che si trovano in difficoltà nel trovare lavoratori specializzati locali, dando la possibilità di reclutare temporaneamente degli stranieri per colmare le carenze di mercato. Ripeto, temporaneamente".
In teoria una volta che l’azienda riesce a trovare un lavoratore australiano o non ha più bisogno dello straniero, il visto non ha più necessità di esistere. E così sulla stessa linea, ricordiamo che i visti studio servono per studiare e il Working Holiday Visa per venire in vacanza in Australia. Tutti questi sono visti temporanei con uno scopo preciso che non è quello di ottenere una residenza permanente. Lavorare due anni per lo stesso sponsor con un 457 per poterla richiedere è solo una possibilità. Alla fine dei conti è l’azienda a scegliere se mantenere lo stesso lavoratore perché non riesce a trovarne un altro, piuttosto che assumere al suo posto un cittadino australiano.
Per quanto riguarda i numeri, gli italiani che richiedono un 457 sono sempre in minoranza rispetto ai Paesi di maggiore affluenza in Australia. Al 31 dicembre del 2015 c’erano 3.590 italiani con visto 457 presenti in Australia, mentre ad esempio gli indiani erano 35.860, ben 10 volte tanto.