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Che stia diventando un caso?
Cristiano Ronaldo è a secco da 3 partite, lui che in 292 presenze nel Real Madrid aveva firmato 311 gol, più di uno a incontro. Chi l'avrebbe previsto al momento del suo arrivo milionario a Torino?
CR7 non è al meglio, questo è evidente. E i suoi compagni, anch'essi ben lontani da una condizione apprezzabile, non l'hanno ancora capito. Il portoghese scatta e non riceve palla: una costante.
Il giorno che la Juventus, comunque a punteggio pieno, aumentasse il ritmo del gioco e lo servisse con maggiore tempismo, la musica cambierebbe di colpo. La preoccupazione di Allegri riguarda non tanto le sorti del campionato, quanto la scalata della Champions League. Infatti a dispetto dell'assenza di CR7 dal tabellino dei marcatori e anche dai social, i campioni in carica continuano a vincere ed accrescere il vantaggio sulle rivali che steccano a giornate alterne: prima l'Inter, poi la Roma. In attesa che Cristiano torni ad essere Ronaldo, ci pensa Mandzukic a vestire i panni del leader con un gol e un assist, fra l'altro di tacco.
Per Allegri il lavoro non manca. Vediamo i motivi:
- al primo punto la necessità di sfruttare l'investimento di Ronaldo, pari a 400 milioni;
- poi la risoluzione del rebus legato a Dybala che non può essere confinato in panchina o giocare pochi minuti: un lusso insostenibile. Di questi tempi, l'anno scorso, aveva già messo dentro 5 palloni;
- per terzo, la tenuta della difesa che, a Parma, ha concesso almeno 3 palle-gol agli emiliani.
Il tecnico livornese ha accettato il confronto affermando che l'unico vero problema riguarda la coesistenza dell'argentino in un attacco con Mandzukic e CR7: un problema tattico, insomma, di equilibrio generale.
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