Le novità della finanziaria 2018 sull’immigrazione in Australia

Prime Minister Malcolm Turnbull shakes hands with Treasurer Scott Morrison after delivering the 2018 Budget in the House of Representatives at Parliament House in Canberra, Tuesday, May 8, 2018. (AAP Image/Mick Tsikas) NO ARCHIVING

Prime Minister Malcolm Turnbull shakes hands with Treasurer Scott Morrison after delivering the 2018 Budget in the House of Representatives at Parliament House. Source: AAP

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La finanziaria 2018, presentata martedì sera dal Ministro del tesoro Scott Morrison, ha al suo interno diversi aspetti legati all’immigrazione e su come il governo progetta il suo futuro.

“Abbiamo quindi sicuramente una stretta su tutto quello che concerne la sicurezza del Paese” racconta a SBS l’agente di immigrazione Emanuela Canini, sottolineando l’aumento degli investimenti sia negli aeroporti per l’entrata delle persone e delle merci, sia sul controllo dei visti.

A ciò va collegato un aumento dell’investimento sui sistemi informatici che dovrebbero migliorare non solo l’identificazione delle persone ma anche il controllo incrociato con gli altri enti.

Il governo però ha previsto meno costi per tutto ciò che riguarda il sistema di detenzione degli immigrati irregolari, prevedendo un afflusso minore nei centri.

Di contro ci saranno maggiori entrate per quello che riguarda le tasse sui visti; al momento il governo ha reco noto solo che l’aumento delle entrate è dovuto ai cambiamenti sui visti.
“Sicuramente ora un visto TSS costa di più di un 457 ad esempio, ma chissà quanti se ne faranno”.
Passiamo in rassegna i cambiamenti ai visti, iniziando da quelli rilasciati ai medici generici, che ad eccezione delle zone regionali, dove il governo cercherà di dirottare i potenziali dottori emigranti, saranno di meno. Saranno quindi in tutto 2.100 quelli che potranno entrare in Australia nel prossimo anno finanziario.

Un altro cambiamento previsto sui visti, sarà la creazione di un nuovo percorso di residenza permanente all’interno del programma per i Parent visa, per quelli che avendo già un visto Retirement 405 o 410, vorranno ottenere la residenza permanente.

Il Retirement visa è un visto per pensionati che hanno un reddito superiore a 65.000 dollari l’anno e che vengono a investire in Australia 1 milione e mezzo di dollari (o 1 milione se vanno a vivere in zone regionali), investendone almeno la metà in titoli australiani.

È quindi solo un visto temporaneo a cui dall’anno prossimo si offrirà la possibilità di diventare permanente pur non avendo i requisiti che normalmente richiederebbe un Parent visa.

Ad esempio vi potrebbero accedere anche quelli che non hanno neanche un figlio in Australia.

Con un ritardo di due mesi, l’8 maggio è passata al Parlamento la legge sulla tassa del training, ufficialmente chiamata Skills Australians Fund. Si tratta di una tassa fissa per i datori di lavoro che sostituirà il requisito del training nelle sponsorizzazioni.

Per il visto TSS, se l’azienda ha un fatturato inferiore a 10milioni dovrà pagare per ogni lavoratore 1200 dollari, oppure 1.800 se supera i 10milioni.

Per quanto riguarda i visti di sponsorizzazione permanente 186 e 187, sarà di 3000 dollari se l’azienda ha un fatturato inferiore a 10milioni, oppure di 5.000, se supera i 10milioni.

Questa tassa non è ancora in vigore e bisognerà attendere che la legge venga ufficialmente promulgata.

Mentre nella maggior parte dei casi la tassa non è rimborsabile, tranne nel caso di rifiuto della sponsorizzazione, nel budget sono previsti altri casi di rimborso. I casi in questione riguardano circostanze in cui il visto viene rifiutato per problemi penali o di salute del lavoratore, oppure quando il visto è approvato ma il lavoratore alla fine non va a lavorare per lo sponsor.

In caso di visto approvato per più di 12 mesi, se il lavoratore smette di lavorare entro la fine del 12esimo mese potrà avere diritto ad un rimborso, equivalente alla parte degli anni che il lavoratore non ha lavorato.

Infine la spinosa questione Centrelink e visto di ricongiungimento, nella quale il governo ha fatto una decisa marcia indietro.

La legge a sorpresa del 1 aprile scorso del Social Security Act richiedeva a chi aveva sponsorizzato o avrebbero voluto sponsorizzare i genitori in futuro per farli vivere con loro in modo permanente, di dimostrare uno stipendio altissimo, praticamente il doppio di quello previsto con la legge vecchia.

Su iniziativa dei Greens è stata presentata una mozione in Senato per la sua abolizione. Il governo, non avendo il sostegno per difenderla, ha accettato di fare un passo indietro e tornare alle vecchie regole.

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