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Pierluigi Albicocco, originario di Udine, conduceva una vita tranquilla e 'inserita nei propri binari’ prima di arrivare in Australia. Impiegato nelle vendite e marketing per una ditta di semilavorati per il settore farmaceutico, aveva un lavoro sicuro e una casa di proprietà acquistata da poco. Anche sua moglie, Barbara, aveva una situazione lavorativa stabile e insieme ai due figli Emma, 6 anni, e Filippo di 4 anni potevano sembrare una famiglia italiana come tante.
La voglia, l’esigenza e il desiderio di intraprendere un’esperienza nuova, li rendeva diversi. Pierluigi non era mai stato in Australia, ma ne aveva sentito parlare molto bene da qualche cliente dell’azienda italiana per cui lavorava.
Dopo qualche ricerca su internet, ha 'semplicemente risposto ad un annuncio di lavoro di un headhunter' (ovvero un professionista specializzato nella ricerca e selezione di personale qualificato per conto delle aziende) che agiva da tramite con un'azienda di Melbourne interessata ad impiegare un esperto vendite. Così è iniziata l'avventura.
Dopo aver superato una prima selezione, sono iniziati i colloqui con l’azienda e la richiesta di visto. Nel periodo tra la richiesta di visto e l’approvazione, circa un anno, la famiglia ha avuto la possibilità di studiare la situazione e organizzare al meglio il trasferimento.

La famiglia Albicocco Source: Courtesy of Pierluigi Albicocco
‘La scelta è stata anche quella di voler dare ai bambini la possibilità di crescere in un ambiente diverso, per renderli più aperti ai cambiamenti’
La figura professionale per cui Pierluigi ha ottenuto una sponsorizzazione dall'azienda è quella di ‘marketing specialist’. Una professione che, a seguito della cancellazione del visto 457, non da più la possibilità di accedere alla residenza permanente.
Ma Pierluigi è comunque riuscito a richiedere sia il visto sia la residenza sul filo del rasoio, appena prima dei cambiamenti definitivi previsti per il marzo 2018. Eppure qualcosa era già cambiato durante il corso del processo burocratico: Pierluigi ha infatti dovuto affrontare il nuovo testi di inglese e quindi ha dovuto dimostrare una competenza linguistica superiore rispetto a quanto richiesto in passato.
‘Sono stati dei mesi difficili, ma ce l’abbiamo fatta'
Secondo Pierluigi, 43 anni, ciò che lo ha reso 'interessante per il mercato australiano' è stato proprio l'avere una lunga esperienza professionale alle spalle, che ha forse pesato di più rispetto ai titoli di studio. L’azienda ha poi avuto un ruolo fondamentale; ha infatti messo a disposizione di Pierluigi un agente che, oltre ad occuparsi delle pratiche burocratiche, lo ha anche aiutato nella ricerca del quartiere dove vivere, della casa e di tutte quelle piccole e grandi cose necessarie al quotidiano di una famiglia.
Ma, mentre gli aspetti burocratici e professionali legati al traferimento, per quanto complessi, non sono stati una sfida impossibile, forse proprio l'aspetto emotivo e un distacco prolungato dalla famiglia hanno rappresentato per Pierluigi il peso più grande. Al momento della partenza, la moglie di Pierluigi era incinta, e quando è nata la sua terza figlia, Mia, Pierluigi non c'era.
'Quando è nata la piccolina, io ero dovuto rimanere a Melbourne e quando alle 3:30 della mattina mi hanno chiamato per dirmi che era nata è stato un momento bello ma difficile'.
Oggi, dopo tante avventure e molta determinazione Peirluigi, Barbara, Emma, Filippo e Mia sono felici della loro 'seconda' vita e, a vederli, sembrano proprio una famiglia australiana come tante.
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