La giornata di ieri era l'ultima disponibile per fare passare il provvedimento sulla "backpacker tax" prima della pausa parlamentare estiva. Da diverse settimane governo e opposizione si sono fronteggiati senza riuscire a trovare una via di mezzo tra la prima proposta della Coalizione di tassare i guadagni dei backpacker dal primo dollaro al 32,5%, e quella dei Verdi, che spingevano per un prelievo fiscale del 10%.
In extremis quindi il compromesso: la tassa sarà del 15%, a partire dal primo dollaro guadagnato. Ci ha spiegato i dettagli l'agente di immigrazione Emanuela Canini.
Il governo - dice Emanuela Canini - ha già preparato un piano B in caso diminuissero i backpackers europei con Working Holiday Visa (subclass 417) che intendono lavorare nelle fattorie, permettendo anche a coloro che hanno un visto Work and Holiday (subclass 462) di poter usufruire di un altro anno di lavoro regionale.
I backpackers provenienti dai paesi che fanno parte di quest'ultimo programma sicuramente prenderanno la palla al balzo, bilanciando il possibile calo numerico degli Europei, tra cui gli italiani, che fanno parte del programma Working Holiday Visa.
Durante le estenuanti contrattazioni in parlamento, i Verdi (che all’inizio proponevano una tassazione del 10%) sono riusciti a spuntare un prelievo meno gravoso sulla superannuation. Infatti, chi finisce il periodo di WHV una volta ritornato in patria può richiedere la superannuation accumulata in Australia, ma la Coalizione aveva proposto una tassazione del 95%, praticamente rendendo la restituzione quasi simbolica.
Con il compromesso finale il prelievo sulla super sarà del 65%, sempre una somma molto elevata ma non così punitiva.
Le ragioni di un prelievo fiscale così imponente sono spiegate dal governo con l’esigenza di sostenere economicamente chi va in pensione ma restando in Australia, contribuendo quindi all’economia locale.
"Do the deal today. Do what it takes to get the deal done. Do the deal. Do a deal!". Opposition leader Bill Shorten
Al centro dell’attenzione del governo non c’è al momento solo la backpacker tax, ma anche una possibile riduzione della lista di occupazioni del visto 457.
Una minaccia reale, secondo Emanuela Canini, che potrebbe essere la misura più efficace per una riduzione temporanea del numero totale di visti 457, soprattutto se indirizzata verso le occupazioni più sponsorizzate del momento, che sono quelle della ristorazione e che quindi interessano molto gli italiani.
Al momento si tratta solo di voci e speculazioni, ma per dettagli e aggiornamenti continuate a seguire questo sito e la nostra pagina Facebook.
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