Citizen 457: una risposta spettacolare all'abolizione del Visto 457

Uno spettacolo di danza in risposta alla legislazione australiana su immigrazione, rifugiati e cittadinanza.

In Helvetica dance group

In Helvetica dance group Source: In Helvetica dance group

Dopo l'annuncio della cancellazione del visto 457 da parte del Governo australiano il 18 aprile scorso, le reazioni sono state molte e diverse. Forze politiche, opinione pubblica e rappresentanti comunitari hanno combattuto una guerra non violenta che ha visto opporsi da una parte chi ha sostenuto l’iniziativa per la ‘modernizzazione del sistema’ di ingresso di cittadini stranieri in Australia - come l’ha definita il Ministro per l’Immigrazione, Peter Dutton - e dall’altra chi ha sostenuto la necessità di trovare una strada diversa per l’affermazione di diritti e accoglienza.
Tra le storie di cui ci siamo occupati, mai però fino ad ora ci era ancora capitato di raccontare una reazione alla questione così creativa come ‘Citizen 457’, uno spettacolo di danza prodotto dalla compagnia teatrale In Helvetica.
“È una risposta sotto forma di teatro-danza ai cambiamenti alle leggi di immigrazione che il Governo australiano ci sta costringendo a ingoiare” Toni Main, In Helvetica
Lo spettacolo vedrà il suo esordio per la serie Spring Explorations de La Mama Theater di Melbourne, dove SBS Italian ha incontrato due delle componenti del trio, Sara di Segna e Toni Main, durante una pausa dalle prove.



Come ci hanno raccontato le due creatrici del progetto, ‘Citizen 457’ è uno spettacolo di danza improvvisata che si interroga su temi forti ed estremamente attuali quali cosa significa essere cittadino australiano per chi emigra e cosa invece rappresenti per chi nasce in Australia. Cosa significhi ‘appartenere’ a una nazione, quali differenze ci siano tra cittadini ed immigrati, dove nasca la distanza tra noi e loro, ma anche se abbia senso stabilire un ‘confine’ tra le persone oggi.
“Abbiamo iniziato col farci delle domande sul tema dell’emigrazione e della cittadinanza, partendo dalla mia storia personale come migrante sotto un visto 457, rapportandola con il punto di vista di ragazzi coetanei australiani" Sara Di Segna, In Helvetica
Un’italiana e un’australiana che, attraverso il movimento, si interrogano l’una l’altra sul palco. Uno spettacolo pieno di domande ma con poche risposte o meglio un’esplorazione, come ci ha raccontato Sara. Ma anche uno spettacolo ironico.
“Abbiamo trasformato il test di cittadinanza in un quiz show, alla ‘Chi vuol essere milionario’ per ironizzare sulla proposta del Governo di rendere il test di cittadinanza più complesso” Sara Di Segna, In Helvetica
Tutte le riflessioni e le domande che lo spettacolo pone nascono dalla storia personale di immigrazione di Sara e dal confronto con la sua controparte australiana sul palco, Toni.
"Finalmente abbiamo avuto un'occasione per dire la nostra, come australiani, per dare supporto a Sara e intanto creare uno spazio di confronto e discussione dove le emozioni e i sentimenti aiutino a capire” Toni Main, In Helvetica
Come ci ha raccontato Toni il progetto è nato per caso; mentre la compagnia era impegnata in un altro spettacolo, quello che stava succedendo nella vita personale di Sara non faceva che riportarli in ogni momento di pausa sul lavoro a parlare delle ultime notizie sulle modifiche alla leggi di cittadinanza e ai visti. Per lei è stato importante poter esprimere il suo punto di vista: “Nessuno mi ha chiesto se in quanto australiana, queste nuove leggi rispecchiassero i miei sentimenti sulla questione, molti di noi hanno sentito un senso di smarrimento e impotenza”.



Sara arriva con il suo compagno sei anni fa con un visto vacanza lavoro (Working Holiday Visa) e per rinnovarlo passa i famosi 88 giorni nelle zone rurali d’Australia, nel Northern Territory. Una volta tornati a Melbourne, al compagno di Sara - un cuoco con delle ottime referenze - viene offerta una sponsorizzazione tramite Visto 457.
In Helvetica
In Helvetica Source: Courtesy of In Helvetica
Da quel momento inizia per la coppia un calvario: per tre volte la sponsorizzazione viene passata da un datore di lavoro all’altro, alla ricerca di una situazione professionale interessante. “Un percorso frustrante di sfioramento e abbandono, questo perché volevano trovare un’esperienza lavorativa che avesse valore professionale non un mero passaggio verso la cittadinanza” come ci ha raccontato Sara.

Se tutto andrà secondo i piani, i due potranno richiedere la residenza permanente ad agosto 2018, intanto però come ci ha raccontato Sara navigano in acque un po’ incerte.
“Chi è rimasto in Italia ci vede come chi l’ha fatta facile, ma solo quando ci stai dentro ti rendi conto di tutti i compromessi e i sacrifici - c’è sempre uno scontrino da pagare” Sara Di Segna, In Helvetica
L’approccio artistico ha aiutato Sara a mantenere quel distacco e la capacità di vedere le cose in prospettiva; ha trasformato una storia personale, in un momento di confronto e riflessione che coinvolge tutti, immigrati e non. Anche Toni ci ha raccontato la sua prospettiva sulla storia. 

 

Come hanno concluso Sara e Toni, attraverso la realizzazione di questo progetto si è creato un incontro necessario per dare vita a una condizione di ascolto, comprensione e partecipazione tra chi desidera essere accolto e benvenuto e chi accoglie.


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By Francesca Valdinoci

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