Secondo un rapporto redatto da una commissione senatoriale dominata dalla Coalizione (ovvero proprio la parte politica che aveva caldeggiato la riforma), l’Australia potrebbe perdere immigrati preziosi, in particolare se venisse introdotto il nuovo controverso test di lingua inglese. Il relatore della commissione, il senatore liberale Ian Macdonald, ha dichiarato a Sky News di ritenere che il disegno di legge si muova nella giusta direzione, ma che abbia bisogno di ulteriori modifiche. "La commissione - ha confermato Macdonald - ritiene che il test in lingua inglese non sia appropriato. E i membri della commissione - ha aggiunto - conoscono molte persone che non avrebbero superato questo test, ma che sono invece ora illustri cittadini di questo paese".
I critici dell'esame sostengono infatti che il disegno di legge colpisce ingiustamente gli immigrati che non hanno l’inglese come prima lingua. Il senatore Macdonald, tuttavia, ha smentito questa versione, sostenendo che queste persone sono dedite a quelle che ha definito "teorie cospiratorie".
Il gruppo parlamentare dell’indipendente centrista Nick Xenophon, composto da tre senatori, ha deciso di votare contro il provvedimento insieme al Partito Laburista e ai Verdi, condannandolo di fatto alla bocciatura. La decisione di Xenophon fa seguito ad un'audizione alla quale hanno partecipato rappresentanti delle comunità etniche di tutti gli stati.
Il vice leader della formazione di Xenophon, Sterling Griff, ha detto alla SBS che il partito non può accettare il pacchetto nella sua forma attuale.
"Non ha senso che l'Australia, una nazione multiculturale basata sull'emigrazione, adotti una politica così regressiva, perché la metà di noi non sarebbe qui se i nostri genitori, o i nostri nonni, fossero stati costretti a superare test simili" - Sterling Griff
Griff ha parlato anche dei non meglio specificati "valori australiani", che avrebbero dovuto far parte del nuovo test di cittadinanza. "La nostra preoccupazione non è per un test di valori in assoluto - ha detto - ma che sia il ministro dell'immigrazione a decidere quali siano questi valori, perché i valori del ministro sono molto diversi dai miei e dai tuoi. È più opportuno che sia il Parlamento a definirli".
Il portavoce all’immigrazione del Partito Laburista,Tony Burke, ha accolto con favore la notizia, affermando che i cambiamenti proposti dal governo si sarebbero potuti dimostrare altamente restrittivi e potenzialmente dannosi per il paese.
Che cosa accade ora? Il governo potrebbe rinunciare a presentare il provvedimento per evitare un'umiliante sconfitta al Senato; potrebbe comunque presentarlo, perdere la votazione e accusare gli oppositori di averne causato la bocciatura; ripresentarlo in futuro con alcune delle modifiche suggerite dalla commissione; oppure accantonarlo definitivamente.
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