Una nuova generazione di astronomi sta studiando il modo in cui i loro antenati leggevano le stelle per sopravvivere e prosperare e nel paesaggio australiano.
Gli aborigeni hanno cominciato a leggere le stelle e a "viaggiare" nello spazio più di 65.000 di anni fa, cosa che li rende, di fatto, i primi astronomi al mondo. Si tratta di una vera e propria scienza antica tramandata da una generazione all'altra che fa parte del "Dreamtime" aborigeno, un concetto piuttosto ampio e complesso che racchiude anche le origini del mondo, l'esistenza dell'uomo e degli Spiriti che hanno creato l'universo, una sorta di consapevole reminiscenza che si perde nella notte dei tempi.
Quando Kirsten Banks, donna aborigena Wiradjuri e astrofisica dell'Osservatorio di Sydney, iniziò a studiare astronomia all'università, si rese subito conto di quante verità ci fossero in quelle storie tramandate nel tempo.

Kirsten Banks Source: Courtesy of Kirsten Banks
I pianeti che vediamo in cielo ai nostri giorni erano già noti agli antichi greci come "stelle vaganti", ma erano già presenti nelle storie e nelle tradizioni degli indigeni australiani.
La Banks è determinata a dimostrare come l'astronomia aborigena sia una scienza legittima, per questo ha pubblicato recentemente delle ricerche sul ruolo dei pianeti nelle storie aborigene.
"In realtà abbiamo scoperto che puoi navigare seguendo i pianeti perché tutti sembrano cadere in una linea chiamata eclittica, che risulta essere proprio l'evidente percorso del cielo stesso. Nella tradizione dei Wardaman i pianeti rappresentano gli anziani, ovvero gli spiriti, che infatti percorrono il sentiero in avanti e all'indietro: in un moto che viene chiamato retrogrado", ha spiegato.
Banks sta anche studiando come l'astronomia aborigena sia stata utilizzata per avere indicazioni su cosa mangiare e quando.
"Anche le nostre costellazioni provengono dall'interno della Via Lattea. La mia preferita in assoluto è quella del Gugurmin, l'Emu Celestiale", ha detto la Banks.
"Quando lo vediamo in cielo, in base alla sua posizione, sappiamo quando è il momento giusto per cercare le uova di emu. È come se fosse un menù stagionale".
Anche Drew Roberts, uomo Bundjulung che tramanda la storia aborigena, afferma che leggere le stelle ha aiutato i suoi antenati a sopravvivere.
"Vengo da una zona di mare e per questo non siamo soliti mangiare pesce di fiume", ha detto a The Point. "Ma l'allineamento di un albero con un pianeta nel cielo mi farà capire che un certo tipo di pesce d'acqua dolce non avrà sapore di fango".
Roberts pensa anche che l'astronomia aborigena possa essere utilizzata per aiutare il futuro del pianeta.
"Mi hanno insegnato che sei un granello di sabbia nell'universo e sei destinato ad avere lo stesso impatto di qualsiasi altro granello di sabbia, se agisci da solo o insieme ad altri, è in sostanza lo stesso pensiero occidentale di sostenibilità, che la nostra cultura aborigena ha praticato per generazioni:
'Prendi solo ciò di cui hai bisogno e Madre Natura te lo fornirà quando sarà pronta'".