Hanno in comune il progetto di arrivare in Australia, lavorare e rimanerci. Hanno contribuito alla comunità, pagato le tasse e condiviso le loro capacità ed esperienze. E soprattutto, pensano di avere fatto il possibile per rispettare le regole dell’immigrazione australiana.
Ma con i cambiamenti decisi la scorsa settimana dal governo, le loro vite sono cambiate.

Camilla Guglielmi con il figlio Vieri Source: SBS
Camilla Guglielmi
La passione della 35enne Camilla per l'Australia inizia 13 anni fa.
"Sono arrivata a Sydney per la prima volta da turista e mi sono subito innamorata di questo paese”, ha raccontato a SBS News.
Camilla è poi ritornata in Italia, finito l’università e pianificato il suo ritorno Down Under. Due mesi prima della partenza però ha incontrato quello che sarebbe diventato il padre di suo figlio e ha deciso di rimanere in Europa.
"Non ho mai smesso di pensare e di parlare dell’Australia per 11 anni, fino a che il mio partner non ha venduto il suo business nel 2015 e mi ha detto ‘andiamoci, non voglio che tu abbia rimpianti nella tua vita’”.
All’inizio la famiglia aveva progettato di rimanere in Australia per un anno con il suo Student Visa, salvo rendersi conto di essersi inseriti con facilità. Camilla ha trovato un lavoro nel marketing in una azienda di catering di Sydney e il loro figlio Vieri ha iniziato la scuola.
Lo scorso dicembre Camilla aveva fatto domanda per un visto 457, ma i cambiamenti annunciati la scorsa settimana hanno posto un freno a piccole imprese, come quella che l'ha assunta, nell’impiegare lavoratori temporanei nel settore delle vendite e del marketing.
Il Dipartimento dell’Immigrazione ha offerto il rimborso delle tasse per la domanda di visto, senza però concedere ulteriore assistenza o flessibilità.
"Non saremmo rimasti in Australia se avessimo saputo che non ci sarebbe stata nessuna possibilità di ottenere la residenza permanente dopo il visto studentesco”, racconta Camilla.
Il governo, aggiunge, dovrebbe imporre le nuove regole alle persone che depositano la loro richiesta di cittadinanza dopo l’annuncio della scorsa settimana e non a chi ha già fatto domanda.
"In questo momento la legge è applicata in molti casi in maniera retroattiva” racconta Camilla “Non è giusto cambiare le regole a gioco in corso. Potrei anche giocare bene e meritare di vincere, ma sembra che non importi affatto”.
"Non siamo mucche da mungere”, conclude con amarezza.

Nicola Quarta, a destra, insieme ad amici Source: courtesy of Nicola Quarta
Nicola Luigi Quarta
Nicola Quarta è un 27enne al momento in Australia con un bridging visa, dopo aver fatto domanda per un visto 457 lo scorso ottobre come manager per un’azienda di servizi alle imprese.
Nicola è giunto in Australia nel 2015 ed ha lavorato in South Australia in una fattoria di patate.
"Dopo quasi due anni avevo iniziato una nuova vita qui in Australia, con amici, una ragazza, colleghi”, racconta a SBS News "Ho addirittura iniziato a giocare a footy a Riverland in South Australia dove vivo”.
Nicola si aspetta che la sua domanda di visto venga respinta e il suo cammino verso la residenza permanente bloccato.
"La mattina del 18 aprile, dopo l’annuncio, mi sono sentito indesiderato” ha raccontato "Una sensazione orribile per uno che ama il suo lavoro e questo paese meraviglioso”.