Tra gli italiani che letteralmente aprono le porte delle loro case all'accoglienza c'è anche Claudia Tortello, della provincia di Biella, che con la sua famiglia ha accolto in casa Mamadou Sissoku, un ragazzo del Mali rifugiato in Italia. Claudia lo ha incontrato in un centro d'accoglienza, dove la figlia Lara insegnava italiano agli stranieri.
Mamadou vive con loro da 5 anni, e per Claudia è ormai diventato un figlio in più.
E se Claudia ha trovato in Mamadou un figlio in più, Mamadou ha trovato una seconda famiglia.
"Ora ho quattro genitori, due bianchi e due neri"
La storia di Mamadou è simile a quella di tanti giovani africani: nato in una famiglia contadina molto povera, a soli 17 anni, lascia il suo paese per andare in Libia a perfezionare la sua tecnica di piastrellista, un lavoro che aveva imparato a svolgere a Bamako, la capitale del Mali.
Quando nel 2011 decide che era tempo di tornare nel suo villaggio per mettere in pratica quello che aveva imparato, in Libia scoppia la guerra ed il paese cade nel caos. Mamadou improvvisamente si ritrova senza la possibilità di rinnovare i documenti per tornare in Mali e resta bloccato in Libia, dove viene messo alle strette dagli uomini dell'esercito di Gheddafi che lo volevano con loro a combattere. Ma Mamadou si rifiuta e così viene caricato a forza su una nave insieme a centinaia di altre persone, terrorizzato e senza sapere assolutamente dove stava andando. Ecco le sue parole.
Per avere maggiori informazioni sul progetto "ProTetto. Rifugiato a casa mia" potete ascoltare l'intervista a Daniele Albanese, referente della Caritas.
Riascolta l'intervista a Daniele Albanese
Protetto. Rifugiato a casa mia.
Ecco alcune foto di Mamadou.
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