Novak Djokovic è atterrato a Melbourne ma una questione relativa al visto ha gettato un'ombra di incertezza sulla sua possibilità di partecipare agli Australian Open.
Il tennista è arrivato a Melbourne nella serata di mercoledì ma sta facendo fronte a difficoltà relative al suo visto. La ministra statale per lo sport del Victoria Jaala Pulford ha confermato che il governo statale non ha supportato la sua richiesta di visto.
Djokovic aveva annunciato martedì di aver ricevuto un'esenzione per partecipare medica per partecipare agli Australian Open a Melbourne, scatenando un'ondata di reazioni da parte dell'opinione pubblica.
Il primo ministro Scott Morrison aveva già detto mercoledì che il serbo avrebbe dovuto soddisfare i requisiti richiesti dal governo federale, che ha la responsabilità dei visti internazionali.
Quando è arrivato all'aeroporto di Melbourne, sono emerse notizie secondo cui il 34enne era stato trattenuto a causa di un errore relativo al suo visto.
Il quotidiano The Age ha affermato che la Border Force federale ha contattato il governo dello stato di Victoria chiedendo se avrebbe sostenuto la sua domanda dopo che il suo team aveva richiesto il tipo di visto sbagliato.
Pulford ha scritto in un tweet: "Il governo federale ha chiesto se sosterremo la richiesta di visto di Novak Djokovic per entrare in Australia.
"Non forniremo a Novak Djokovic supporto per la richiesta di visto individuale per partecipare all'Australian Open Grand Slam 2022".
Il padre di Djokovic, Srdjan, ha dichiarato di essere rimasto bloccato durante la notte in una stanza sorvegliata dalla polizia, dichiarando al sito serbo B92: "Novak è attualmente in una stanza in cui nessuno può entrare. Di fronte alla stanza ci sono due poliziotti".
L'Australia Border Force è stata contattata per un commento.
Morrison ieri aveva dichiarato che non ci sarebbero state regole preferenziali per Djokovic sulla sua esenzione, dicendo: "Se le prove sono insufficienti, allora non sarà trattato in modo diverso da nessun altro e sarà sul prossimo aereo per casa".
Intanto molti hanno chiesto che Djokovic chiarisca ogni dubbio sui motivi per cui gli è stata concessa l'esenzione.
Toni Nadal, lo zio ed ex allenatore di lunga data del grande rivale di Djokovic Rafael Nadal, lo ha esortato a chiarire la situazione.
Scrivendo mercoledì nella sua rubrica su El Pais, Nadal ha dichiarato: "Devo ammettere che, fino all'annuncio di martedì, pensavo che il giocatore serbo avrebbe rinunciato a partecipare al torneo o che avrebbe ricevuto il vaccino".
"Per come la capisco io, se hai chiesto e ricevuto un'esenzione è perché non ti deve essere stato somministrato nessuno dei [vaccini] autorizzati. Sono quasi sei milioni le persone che hanno perso la vita a causa di questo maledetto virus e molte altri milioni che hanno ricevuto il vaccino".
"Voglio pensare che Novak sia consapevole di tutto questo e che chiarirà i dubbi come segno di sensibilità e comprensione umana".
Anche il grande Rod Laver, temendo che la partecipazione di Djokovic al campo a lui intitolato a Melbourne Park possa scatenare gli animi, vorrebbe che il serbo affrontasse apertamente la questione.
"Penso che la situazione potrebbe degenerare. Penso che il popolo del Victoria penserebbe: 'Sì, mi piacerebbe vederlo giocare e competere, ma allo stesso tempo, c'è un modo giusto e un modo sbagliato'.
"Se ha un motivo per (l'esenzione) allora... dovremmo saperlo. Sì, sei un grande giocatore e ti sei esibito e hai vinto così tanti tornei, quindi non può essere una questione fisica. Quindi qual è il problema?"
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