
Source: Courtesy of Roberto Mattei
Il colpo di fulmine per l'Australia è scattato quando giunse per la prima volta a Sydney a 23 anni per uno scambio di arbitri fra i due paesi, un po' come si fa con quello che in inglese si definisce "student exchange".
“All’inizio mi sono isolato dagli altri italiani per potermi concentrare sull’apprendimento dell’inglese”
Il problema principale per Roberto, all'inizio della sua attività come istruttore di nuoto, è stato quello di comunicare con i bambini piccoli, che parlano una loro variante molto particolare dell'inglese australiano. Il suo datore di lavoro ha apprezzato i suoi sforzi e la sua affidabilità e gli ha offerto la sponsorizzazione con un visto 457.

Source: Courtesy of Roberto Mattei
“Sono uno sportivo e so che le cose non vengono da sole. Per me il lavoro e l’impegno vengono prima di tutto”
Roberto è comunque realista e sincero e ammette che la recente rivoluzione del visto 457 avrebbe reso oggi estremamente difficile il lieto fine della sua avventura professionale. Riconosce che il governo australiano agisce nell'interesse del paese, ma aggiunge che forse un periodo di preavviso avrebbe reso meno drammatiche le conseguenze per molte persone che hanno investito tempo e denaro affidandosi alle regole in vigore fino a due mesi fa.
“Due giorni dopo l’annuncio sui cambiamenti al visto 457, un mio amico che aveva già una pratica di immigrazione in corso ed era qui con la famiglia si è sentito dire dal datore di lavoro: mi dispiace, ma devi tornare in Italia”

Source: Courtesy of Roberto Mattei
Share
