Questa settimana la nostra rubrica sulla nuova immigrazione italiana in Australia ospita Luigi Petrucci, 37enne originario di Ischia, l'isola maggiore dell'arcipelago campano, nel Golfo di Napoli. Rispetto agli italiani che intervistiamo regolarmente in questa rubrica, Luigi ha una "marcia" in più, per così dire, perché grazie alla mamma neozelandese si è trovato ad avere in tasca un passaporto che gli ha evitato molti dei problemi che altri devono affrontare per poter restare in Australia a lungo termine. Molti, ma non tutti, come ascolteremo nell'intervista.
Ma cominciamo dall'inizio: diplomato come perito tecnico per l'informatica, e con una laurea in ingegneria inseguita ma purtroppo mai raggiunta, Luigi ha lavorato per tre anni nel settore IT per un tour operator di Ischia, ma si è reso conto che per lui, all'interno dell'azienda, le possibilità di crescita economica e professionale erano limitate, quindi ha cominciato a guardarsi intorno.
"Fino all'eta di quattro anni parlavo solo inglese, visto che mia madre trascorreva più tempo con me e mia sorella per gli impegni di lavoro di mio padre, e questo si è rivelato un grosso vantaggio quando sono arrivato in Australia"

Source: courtesy of Luigi Petrucci
“Il mio passaporto sarà anche neozelandese, ma io sono e mi sento italiano. Mi chiamo Luigi e ho deciso che tutti devono chiamarmi Luigi, anche se devo fare lo spelling!”
Per una serie di fortunate coincidenze, che Luigi racconta nell’intervista, ha poi trovato un impiego presso un’agenzia immobiliare di Sydney dove è velocemente riuscito a salire diversi gradini grazie alla sua professionalità e alle sue “skills” nel campo dell’informatica e della grafica. Alcuni mesi dopo la svolta: grazie a contatti sviluppati all’interno dell’agenzia immobiliare, un’azienda che produce macchinari per la rimozione di tatuaggi e cicatrici lo ha assunto in pianta stabile come “office manager”.
“La crescita professionale, economica e di soddisfazione personale che ho avuto da quando sono arrivato in Australia fino ad oggi è stata enorme”



