Gli ultimi giorni hanno visto un rapido aumento del numero di casi di coronavirus in Italia, con 27.980 casi totali e 2.158 deceduti, di cui 349 lunedì.
In Australia i casi sono più di 300, e sono morte cinque persone.
Di fronte a questa crescente minaccia, può essere difficile valutare i rischi effettivi portati da questo virus, sia a livello individuale che come società.
Edward Parker, ricercatore in Biologia dei Sistemi alla London School of Hygiene and Tropical Medicine e Beate Kampmann, direttrice del centro vaccini alla London School of Hygiene and Tropical Medicine, hanno cercato di portare chiarezza, in questo articolo, originariamente pubblicato su The Conversation e ripubblicato da SBS News.
Rischi a livello individuale
La paura per la nostra sicurezza personale è un istinto comprensibile di fronte alle notizie sul coronavirus che circolano ogni giorno.
Fortunatamente, la nostra capacità di comprendere gli effetti di questo nuovo virus sta migliorando ogni giorno che passa.
Sulla base dei dati che abbiamo ricevuto dalla Cina su oltre 44.000 casi positivi sappiamo che:
- circa l'80% delle persone sperimenta una forma lieve della malattia
- il 14% ha una malattia seria (ad esempio, che risulta in difficoltà a respirare o nella riduzione del livello di ossigeno nel sangue)
- il 5% si ammala gravemente (soffrono di insufficienza respiratoria, shock settico e/o collasso degli organi).
Siccome molti casi lievi non vengono nemmeno rilevati, la percentuale di infezioni gravi e critiche potrebbe risultare decisamente inferiore a quanto si pensi.

Sintomi e gravità del coronavirus, secondo i dati riportati dall'Organizzazione Mondiale per la Salute e il Novel Coronavirus Pneumonia Emergence Response Epidemiology Team.
Il tasso di mortalità (CFR) è la percentuale di casi segnalati di una malattia che porta alla morte.
Stimare il tasso di mortalità per COVID-19 è difficile in quanto il numero totale di infezioni non è chiaro.
Allo stato attuale, le nostre migliori stime collocano questo valore tra lo 0,3% e l'1%.
Questo è decisamente inferiore al tasso di mortalità della SARS che colpì la Cina nel 2003, ma fino a dieci volte superiore del tasso di mortalità dell'influenza.
Tuttavia, è fondamentale ricordare che il tasso di mortalità non è un valore fisso. Varia in base all'età, alle condizioni di salute e al livello di assistenza medica disponibile per le persone che si ammalano gravemente.
Tra i casi confermati in Cina, il il tasso di mortalità è inferiore allo 0,5% nelle persone sotto ai 50 anni ma sale a quasi il 15% per gli anziani oltre agli 80 anni.
Il tasso di mortalità è anche sostanzialmente più alto nelle persone con problemi di salute preesistenti, come le malattie cardiovascolari (10,5%), il diabete (7,3%) e le malattie respiratorie croniche (6,3% ).

Effetto dell'età e della salute di base sulla gravità di COVID-19, in base a 44.415 casi segnalati dal Novel Coronavirus Pneumonia Emergence Response Epidemiology Team.
Il messaggio è chiaro: ridurre il rischio di esposizione per le persone ad alto rischio gioca un ruolo chiave.
In altre parole: non andate a trovare amici o parenti anziani se non vi sentite bene.
Rimangono molte incertezze. Ad esempio, i minori di 20 anni costituivano meno del tre per cento dei casi confermati in Cina e non sono stati registrati decessi nei bambini di età inferiore ai 10 anni.
Questa è una notizia confortante, ma solleva dubbi sul fatto che la chiusura delle scuole - una strategia importante utilizzata per combattere l'influenza suina nel 2009 - contribuirà a rallentare la diffusione del coronavirus.
I dati iniziali suggeriscono che le donne in gravidanza non siano maggiormente a rischio nel caso contraggano COVID-19, in contrasto sia con la SARS che con l'influenza.
Inoltre, attualmente non ci sono prove di trasmissione ai bambini nell'utero o attraverso il latte materno.
Il monitoraggio continuo di come il virus colpisce le donne in gravidanza sarà cruciale con l'aumento dei nuovi casi.
Rischi per la società
Il fatto che la maggior parte dei casi di COVID-19 sia lieve può sembrare in contrasto con l'allarmismo destato da questo virus nelle nostre società.
Mentre il panico non è né utile né giustificato, dobbiamo anche evitare l'inazione, in quanto i numeri delle persone positive possono crescere rapidamente.
Recenti dati dall'Italia suggeriscono che circa il 10% dei casi confermati richiede l'ammissione alle unità di terapia intensiva.
Man mano che il coronaviurs si diffonde in più paesi, è chiaro che metterà a dura prova i sistemi sanitari in tutto il mondo.
Oltretutto, nell'emisfero settentrionale il virus arriva in un momento in cui gli ospedali stanno già facendo fatica a tenere il passo con le esigenze legate alla stagione invernale.
Di conseguenza, è probabile che le misure di allontanamento sociale (come l'autoisolamento, la chiusura dei luoghi di lavoro e la cancellazione di eventi pubblici) svolgano un ruolo importante per determinare come questa pandemia si evolverà.
Il virus non può essere fermato, ma possiamo farlo rallentare, cosicché i nostri sistemi sanitari non crollino.
La questione va oltre il coronavirus.
Durante lo scoppio del 2014 dell'Ebola nell'Africa occidentale, i decessi per malaria, HIV e varie altre cause sono aumentati in modo drammatico quando i sistemi sanitari sono stati messi sotto pressione per via dell'epidemia in corso.
Più risorse COVID-19 assorbe, maggiori saranno gli effetti a catena in tutti i nostri sistemi sanitari.

Appiattimento della curva epidemica. Illustrazione del possibile effetto delle misure di contenimento sulla traiettoria di COVID-19.
Fortunatamente, sappiamo che la quarantena e il contenimento possono essere efficaci contro il COVID-19.
Secondo un recente rapporto dell'OMS, le severe misure applicate in Cina hanno "evitato o almeno ritardato centinaia di migliaia di casi di COVID-19 nel paese".
È probabile che le misure introdotte in tutta Italia la scorsa settimana avranno un effetto simile nel frenare l'epidemia.
Rimane da vedere se delle misure parziali, come quelle applicate in Australia al momento, servano a tenera a bada il virus.
L'autoisolamento precoce, il frequente lavaggio delle mani e l'allontanamento sociale volontario sono promossi in molti paesi e gli incentivi economici e sociali per evitare misure più drastiche sono sostanziali.
Ma se il numero di casi continuasse ad aumentare, dobbiamo prepararci alla possibilità che siano necessarie misure più rigorose.
Gli atti di ciascun individuo fanno la differenza
La maggior parte di noi rimarrà sano durante l'epidemia di coronavirus e, pertanto, dobbiamo tenere a bada l'istinto a farsi prendere dal panico.
Ma tutti abbiamo una responsabilità sociale di aiutare a tenere sotto controllo questa pandemia.
Possiamo farlo sapendo come riconoscere i sintomi di COVID-19, rimanendo aggiornati sulle linee guida locali su cosa fare se abbiamo questi sintomi e adottando rigorose misure di allontanamento sociale.
Ogni atto che rallenta la diffusione del virus può fare la differenza.
Proteggere i più vulnerabili nelle nostre comunità dovrebbe ora essere un imperativo per tutti noi.
Sarà la nostra coscienza sociale a determinare le conseguenze di questa emergenza sanitaria pubblica.
Edward Parker è ricercatore in Biologia dei Sistemi alla London School of Hygiene and Tropical Medicine.
Parker non lavora per, consulta, possiede azioni o riceve finanziamenti da alcuna società o organizzazione che trarrebbe beneficio da questo articolo.
Beate Kampmann è la direttrice del centro vaccini della London School of Hygiene and Tropical Medicine. Kampmann riceve finanziamenti per la ricerca sui vaccini da importanti finanziatori internazionali, come MRC, Wellcome Trust, BMGF. Ha anche partecipato a comitati consultivi nell'industria dei vaccini.