1. "Un cuento chino" - Argentina (it. “Cosa piove dal cielo?”; ing. “Chinese Take-Away”)
di Sebastián Borensztein, con Ricardo Darín, Huang Sheng Huang, Muriel Santa Ana, Enric Rodriguez e Ivan Romanelli, 2011.
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Roberto, un burbero negoziante di ferramenta a Buenos Aires, si rifugia nel solito tran-tran, in cui le uniche peculiarità della sua vita solitaria e schiva sono le visite di Marì e la ricerca di notizie bizarre ed incredibili da tutto il mondo. Dal nulla, spunta di fronte al suo negozio un giovane cinese, scaraventato fuori da un taxi. Il giovane non parla spagnolo e non ha soldi, ogni tentativo di trovargli una sistemazione fallisce perché tutti gli rifiutano assistenza. “Cosa piove dal cielo?”, dal tono surreale e dolce-amaro, rimanda al classico “Canto di Natale” dickensiano, in cui il protagonista Roberto, versione argentina di Scrooge, è diventato imperturbabile e scontroso a causa delle avversità della vita. Riuscirà Roberto, come nel classico inglese, a redimersi e vedere di nuovo le sfumature colorite della vita?
2. "Comme un chef" - Francia (it. “Chef”; ing. “The Chef”)
di Daniel Cohen, con Jean Reno e Michaël Youn, 2012.
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Due cuochi, Jacky Bonnot e Alexandre Lagarde, stanno attraversando momenti difficili che mettono in crisi la loro vita personale e professionale. Alexandre è in crisi d’ispirazione e rischia il licenziamento perché il proprietario del ristorante dove lavora, con la scusa di voler rinnovare il menù, vuole in realtà tagliare i costi di produzione. Jacky dopo l’ennesimo licenziamento e un lavoro come imbianchino presso una casa di riposo vorrebbe realizzare le sue aspirazioni culinarie. Il loro incontro casuale porterà uno spiraglio di luce nelle loro vite complicate?
3. “Kokowaah” - Germania
di Til Schewiger, con Til Schweiger, Emma Schweiger, Jasmin Great, 2011.
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Henry riceve una sensazionale offerta: scrivere un promettente best-seller a quattro mani. La proposta diventa ancora più allettante quando scopre che l’autrice con cui dovrebbe collaborare è Katharina, sua ex compagna e grande amore della sua vita. Coglie la palla al balzo e ne approfitta per avere una seconda opportunità. A ostacolare i suoi piani Magdalena, una bambina di otto anni che spunta dal nulla e afferma di essere sua figlia. Il titolo del film, Kokowaah, è un rimando onomatopeico a un piatto tipico francese. In che modo questo aspetto culinario influenzerà la sua vita?
4. “Bikur Ha-Tizmoret” - Israele (it. “La banda”; ing. “The Band’s Visit”)
di Eran Kolirin, con Sasson Gabai, Ronit Elkabetz e Saleh Bakri, 2007.
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I componenti della banda musicale della Polizia di Alessandria d'Egitto volano in Israele per suonare all’inaugurazione di un centro culturale arabo. All’aeroporto non c'è nessuno ad accogliere il gruppo di musicisti, così il dispotico direttore d'orchestra Tewfiq decide di raggiungere il luogo con un autobus locale. Arrivato nella sperduta cittadina si rende conto che, per un errore di pronuncia, ha sbagliato destinazione. Non si trova nella scintillante Petah Tikva, bensì nell'arida Bet Hatikva. Impossibilitati a raggiungere la meta desiderata, a causa della mancanza di trasporti, gli otto egiziani devono accettare l'ospitalità di Dina, proprietaria dell'unico ristorante del posto. La banda è una vivace commedia che cela i disagi esistenziali con un retrogusto amaro. La musica riesce a rompere l’iniziale imbarazzo e azzerare la distanza culturale tra i due paesi.
5. “Raye Makhfi” - Iran (it. “Il voto segreto”; ing.“Secret Ballot”)
di Babak Payami, con Cyrus Abidi e Nassim Abdi, 2001.
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Isola deserta dell’Iran. È il giorno delle elezioni ma nessuno sembra saperne nulla, tanto meno il soldato di stanza. Sulla spiaggia sbarca una giovane donna che, con grande sorpresa del soldato, si scopre essere l’agente elettorale. Il ragazzo è obbligato a eseguire i suoi ordini e a scortarla attraverso il deserto, dove la donna con estrema dedizione e caparbietà intende raccogliere i voti. Il viaggio risulterà, pur tra le incomprensioni e le peripezie varie, un arricchimento per i due viaggiatori e per il pubblico.
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