L’indagine, condotta a dicembre 2021 su un campione di 1095 cittadini australiani, è stata commissionata dallo Human Rights Law Centre. Il 78 per cento degli intervistati crede che coloro che stanno lavorando in Australia grazie a visti temporanei “dovrebbero avere quella stabilità che permetterebbe loro di pianificare la vita che vogliono”.
Questo sondaggio segue un rapporto che il Migrant Workers Centre ha completato lo scorso anno. In questa relazione venne evidenziata una preoccupante correlazione tra casi di sfruttamento sul posto di lavoro e status temporaneo del visto. In risposta a questo fenomeno, il Migrant Workers Centre ritiene che bisognerebbe ampliare i percorsi disponibili per ottenere la residenza permanente.
Il 58 per cento delle persone intervistate dallo Human Rights Law Centre crede che gli immigrati siano indispensabili per supplire alla richiesta di forza-lavoro, specialmente in settori specifici. Inoltre, il 33 per cento è convinto che queste persone accettino lavori che gli australiani non vogliono fare, a causa dei bassi salari.
L’esito più rilevante del sondaggio, però, è in quel 78 per cento che si dice d’accordo con il postulato: “Se una persona vive e lavora in Australia, dovrebbe avere la possibilità di ottenere la residenza permanente”.
David Burke, responsabile legale dello Human Rights Law Centre, ha dichiarato che tutti dovrebbero avere l’opportunità di progettare la propria vita.
“Però al momento la situazione normativa dei visti costringe le persone in una sorta di limbo, e spesso non dà loro la possibilità di riunirsi con le rispettive famiglie, sebbene si tratti di individui che vivono e lavorano qui da molti anni”.
Potrebbe interessarvi anche

I confini australiani sono aperti per diversi tipi di visti temporanei, ecco quali
“Ci stiamo facendo sfuggire l’occasione di fornire alle persone che sono arrivate [in Australia] l’opportunità di pianificare il loro futuro, e assicurargli un visto che gli permetta di costruire insieme a noi una vera e propria comunità”, ha dichiarato a SBS news.
Kunkel, inoltre, sostiene che i vantaggi di un sistema basato su visti temporanei sia “a senso unico”, e che sia un impedimento per chi invece vuole stabilirsi nella comunità.
Potrebbe interessarvi anche

Annunciato un nuovo test per ottenere la cittadinanza, ecco i dettagli
"Abbiamo ormai appurato che non solo questi visti temporanei peggiorano le condizioni lavorative di queste persone, ma sono dei veri e propri fardelli che influiscono sulla loro salute mentale, costringendole ad una perenne precarietà e a saltare da un visto all’altro senza possibilità di sistemarsi”.
Nel novembre del 2021, il report ‘Living in Limbo’, che ha coinvolto più di 700 persone in possesso di un visto temporaneo, ha evidenziato come una su quattro abbia subito varie forme di sfruttamento, mentre il 65 per cento ha ammesso di essere stato spesso sottopagato.
Il numero di persone che si sono trasferite in Australia è crollato da quando è iniziata la pandemia del Covid-19, che ha spinto i governi a chiudere i rispettivi confini. Tuttavia sembra che si possa tornare ai livelli pre-Covid già da quest’anno.
Burke vede però il bicchiere mezzo pieno, e sostiene che i due anni di immobilità migratoria causata dalla pandemia offrano all’Australia un’opportunità di “resettare il nostro modo di vedere l’immigrazione.”
"I nostri leader politici - prosegue Burke - dovrebbero implementare quelle misure che riflettano l’intenzione della comunità australiana di accogliere migranti e rifugiati, e dare loro la possibilità di stabilirsi in Australia”.
Il ministro dell'Immigrazione Alex Hawke è stato contattato per un commento.
Le persone in Australia devono stare ad almeno 1,5 metri di distanza dagli altri. Controllate le restrizioni del vostro stato per verificare i limiti imposti sugli assembramenti.
Se avete sintomi da raffreddore o influenza, state a casa e richiedete di sottoporvi ad un test chiamando telefonicamente il vostro medico, oppure contattate la hotline nazionale per le informazioni sul Coronavirus al numero 1800 020 080.