“Conoscere il proprio passato e la propria eredità culturale rende più forti. Si è più integri, più completi, quando si abbraccia la propria cultura di appartenenza.”
Le parole di Edoardo Crismani a SBS Italian sono una chiave per accedere al mondo artistico e personale di un regista e scrittore che ha fatto di concetti quali appartenenza, identità e connessione la ricerca di una vita.
Un’identità, la sua, che unisce culture molto distanti nello spazio ma vicine nei valori, quali “la famiglia, lo stare insieme, il condividere la tavola”, ha spiegato Crismani.
L’artista discende dal popolo aborigeno Wiradjuri, da parte di madre, e dagli italiani d’Istria da parte di padre. Scorrono nelle sue vene anche sangue tedesco e scozzese.
L’esplorazione della sua ricca storia familiare è iniziata prendendo la forma di un vero e proprio viaggio, compiuto con la madre Barbara, sulle tracce del nonno.
“Non avevo mai compreso fino in fondo il razzismo e la collisione culturale e familiare in Australia fino a quando non ho messo mia madre di fronte alla telecamera, lei mi ha raccontato cose di cui non avevo idea […], probabilmente fino ad allora aveva cercato di proteggermi.”
Il nonno materno del regista, Joe Murray, era campione di boxe nei pesi leggeri in South Australia nel 1926. Il suo nome di battaglia sul ring era “la pantera nera”, che ha ispirato il titolo del film a lui dedicato dal nipote, The Panther Within (disponibile su SBS ON Demand).
Una pellicola nella quale il regista cerca di mettere insieme le parti di un intricato, e in parte dimenticato, puzzle familiare.
Un viaggio alla scoperta di se stesso, della propria storia e del “country” australiano.
Crismani ha di recente ottenuto un finanziamento dall’Australia Council per la sua prossima impresa letteraria.
Un romanzo ispirato ancora alla storia del nonno e ambientato nell’Australia degli anni della Grande Depressione, quando gli aborigeni non erano ancora neppure riconosciuti come cittadini.
Per Crismani, "raccontare storie, sia tramite immagini sia parole, è un modo per guardare al mondo con una lente che non era stata utilizzata prima.”
Nonostante l’attivismo sia importante, per il regista è “l’arte che crea empatia nel pubblico e che può cambiare le cose.”
Le domande di Crismani - “da dove vengo? Quali sono i capitoli mancanti della mia storia familiare? A cosa o chi appartengo?”- lo hanno portato ad esplorare anche il capitolo italiano della sua storia familiare.
Le due culture del regista, aborigena e italiana, incrociarono presto i propri destini. Infatti il nonno pugile, fece parte dell'esercito australiano durante la seconda guerra mondiale, lo stesso conflitto che portò suo padre in Australia come rifugiato.
“Mio padre fu soldato durante la guerra, ma poiché alla fine del conflitto l’Istria non era più italiana non aveva più una casa a cui tornare”, ha spiegato Crismani ad SBS Italian. Così l'uomo, come tanti connazionali della stessa generazione, arrivò agli antipodi.
“Dopo aver lavorato alle recinzioni contro i dingo e in una fabbrica di lavatrici in Victoria, decise di spostarsi a Coober Pedy alla ricerca di opale”.
Pochi anni dopo, dalla figlia di un campione di boxe aborigeno e da un immigrato italiano arrivato fino in Australia per scappare agli orrori della guerra, nacque Edoardo Crismani.
Nel corto Barbara’s World, la madre di Crismani ricorda i primi anni insieme al marito nelle miniere di opale: ”Ci sedevamo fuori per vedere lo spettacolo più bello dell’outback: la luna, che quando sorge è così grande che puoi toccarla con una mano… allora lui si girava verso di me e diceva: sai, gli angeli mi hanno detto che qui avrei trovato la donna che sarebbe diventata mia moglie, e quella donna sei tu”.
Della sua infanzia nella cittadina mineraria del South Australia, Crismani ricorda che “crescere a Coober Pedy con sangue aborigeno, italiano, scozzese e inglese era normale, nessuno ci faceva troppo caso”.
Quando invece la famiglia si trasferì di nuovo ad Adelaide, il razzismo e le provocazioni divennero percepibili e continue.
Durante i suoi studi di cinema e scrittura alla University of South Australia nel 2012, un anziano aborigeno gli disse: “abbraccia tutte le tue culture”.
Da allora ebbe inizio un viaggio alla scoperta della cultura materna e in seguito anche paterna. “Quando tutti ti chiamo Ed o Eddie, è facile dimenticare che il tuo nome è Edoardo”, ha raccontato il regista ad SBS Italian.
“Credo che abbracciare i diversi aspetti delle mie culture sia un modo per onorare mia madre e mio padre.”
“Si tratta di un processo molto, molto lento ma bisogna riconnettere le parti e colmare le lacune- ha spiegato Barbara, nel documentario di suo figlio- Oggi le persone stanno riscoprendo di avere una eredità, un passato e non si vergognano ad ammettere da dove vengono, quale sia la loro razza, il loro gruppo, il loro popolo.”
Crismani non è ancora riuscito a ricostruire tutti i capitoli della sua storia familiare, ma la sua ricerca ci insegna che un racconto diverso è possibile; raccontare una storia che includa tutte le voci e crei ponti tra le culture può contribuire a rendere l'Australia stessa più forte.