Una bisnonna che vive in Australia da oltre un decennio ha solo 28 giorni per lasciare il Paese. I suoi familiari sostengono che le azioni del governo ricordano quelle di 'una dittatura di destra'.
Mollie Manley, originaria del Somerset in Inghilterra, ha vissuto a Perth per 11 anni vicino ai suoi tre nipoti e nove pronipoti - che sono tutti cittadini australiani.
All'inizio del mese, SBS News ha reso noto che la 93enne rischiava di essere rimpatriata nella sua nazione di origine - dove non ha nessun parente in vita - poiché non possiederebbe i requisiti di salute richiesti per la residenza permanente.
Suo genero, Robert Rowe, ha confermato a SBS News che la signora Manley ha saputo lunedì di avere 28 giorni per partire.
“È qui da 11 anni, ma non ha i requisiti di salute richiesti, nel frattempo è diventata quasi cieca ed è invecchiata… ieri, ho ricevuto una lettera via email che afferma che la sua richiesta di visto è stata cancellata e che ha 28 giorni per lasciare il Paese”, ha detto.
La signora Manley è arrivata in Australia ancora in salute, ma ora necessita di assistenza, e Rowe ha dichiarato che, se la sua anziana parente sopravviverà nelle prossime tre settimane, la famiglia farà appello.
“Abbiamo 21 giorni per fare appello contro la decisione, ma potrebbe non vivere così a lungo. È molto fragile; temiamo che possa morire. Ma se sopravvive faremo appello”.
Il Department of Home Affairs ha fatto sapere che non commenta casi individuali, ma ha confermato che "individui di 50 anni e oltre, che non hanno ricevuto un visto permanente australiano per ragioni di salute e non sono in condizioni di partire dall'Australia, potrebbero poter usufruire di un Medical Treatment visa".
"Tutte le domande di visto verranno valutate individualmente", ha dichiarato in un comunicato il dipartimento.
"Il Ministro ha poteri di intervento personale in base al Migration Act 1958, che gli permettono di concedere un visto ad una persona, se il Ministro ritiene che sia nel pubblico interesse farlo".