Al cardinale George Pell è stata concessa un'ultima possibilità di opporsi alla condanna da lui subita per abusi sessuali su minori.
L'Alta Corte ha concesso al cardinale, che si trova in carcere da otto mesi, la possibilità di appellarsi alla condanna e ha comunicato la decisione questa mattina (13 novembre) a Canberra.
George Pell, 78 anni, è stato giudicato colpevole per violenza sessuale su un tredicenne e per un assalto di natura sessuale nei confronti di un coetaneo della prima vittima. I fatti, secondo la giuria che lo ha giudicato colpevole, sono avvenuti nella Cattedrale di St Patrick a Melbourne nel 1996, ma Pell ha sempre negato di aver compiuto qualsiasi illecito.
La Corte d'Appello del Victoria, ad agosto, ha confermato il verdetto della giuria che aveva precedentemente condannato Pell. I tre giudici della Corte si erano espressi in favore della conferma della condanna con un voto a amggioranza, senza quindi esprimere un giudizio unanime.
Nella nuova documentazione presentata al tribunale, la squadra di legali del cardinale ha sostenuto che sussistano ragionevoli dubbi per quanto riguarda la capacità del loro cliente di commettere nuovamente degli atti criminali.
Gli avvocati del cardinale Pell devono ancora presentare un ricorso formale all'Alta Corte ed è improbabile che il suo caso venga preso in considerazione dai giudici prima del prossimo anno.
Dal canto loro, i pubblici ministeri hanno risposto sostenendo che la domanda di appello non solleva alcuna questione di diritto su cui l'Alta Corte debba pronunciarsi.
George Pell sta scontando una pena detentiva di sei anni e non ha diritto ad ottenere la libertà condizionale fino a quando non avrà trascorso in detenzione almeno tre anni e otto mesi dalla sua pena.
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