Come mantenere la propria eredità culturale per gli Italo-australiani?

La cultura italiana in Australia è in crisi, secondo la valutazione del rapporto 2014 Melbourne Younger People Demographic Profile.

Julian Virgona seeing Florence panorama

Source: Courtesy of Julian Virgona

Il dossier evidenzia che il 62% delle persone tra i 15 e 24 anni parla una seconda lingua a casa, e nonostante ci siano 63.332 residenti italiani a Melbourne, solo l’1% parla italiano, a dimostrazione che l’interesse dagli italo-australiani giovani riguardo alla propria cultura è in declino.

Perché gli italiani della terza generazione sono così disinteressati alla cultura italiana? Perché sembra che non abbiano più voglia di imparare? SBS Italian ha parlato con degli italo-australiani bilingui per trovare la ragione di questa mancanza di interesse e su come si possa migliorare la situazione.

Chelsea Cucinotta, studentessa laureata in studi italiani all’Università di Melbourne, crede che dipenda dalla decisione dei genitori di insegnare o meno la lingua ai bambini. Tanti italo-australiani “millenials” non parlano l’italiano, né come prima, né come seconda lingua.
Chelsea Cucinotta
Source: Courtesy of Chelsea Cucinotta
Era difficile per mio padre insegnarmi la lingua e con essa mantenere una connessione tra di noi. Immagino che succeda così, quando i giovani della generazione dai nostri genitori vengono spinti ad assimilarsi nella cultura australiana.
Quando non si impara una lingua da giovani, possono sorgere delle gravi conseguenze nel cercare di mantenere la cultura d’origine.
Sean Wales, la cui famiglia materna è emigrata dal nord d’Italia, crede che l’apprendimento della lingua sia fondamentale per capire la propria cultura.

C’è un modo di pensare ‘all’italiana’ che esiste solo quando si parla la lingua” ha raccontato a SBS, “perché il modo con cui si usano le parole o come si vedono le cose è completamente diverso all’inglese e dalle altre lingue. Non penso che si possa capire una cultura senza parlarne la lingua.

Sean ha anche sottolineato come la distanza dall’Italia, geografica e generazionale, renda complesso mantenere la passione verso il Bel Paese per i giovani italo-australiani.

Quando ci si allontana dalle radici… è naturale che non tutti mantengano la cultura”, continua Sean “lo possono fare solo quelli che si dedicano con impegno all’italiano.“

Durante la mia infanzia, né i miei genitori, né i miei nonni mi hanno insegnato l’italiano. Ho dovuto impararlo a scuola e all’università e anche mia sorella Ariane non l’ha mai imparato, questo ci ha sicuramente limitato nella comprensione della cultura. Nonostante l'orgoglio per le mie origini, sono consapevole che il mio rapporto con la cultura sarebbe più profondo, se potessi parlare e pensare come un italiano nato in Italia.
Purtroppo, non tutti sono determinati e orgogliosi delle loro origini allo stesso modo.
Durante la scuola e l’università ho notato che tanti italo-australiani che avevano cominciato un corso d’italiano, l’hanno poi abbandonato molto presto, perché non avevano voglia di dedicarsi all’apprendimento della lingua o della cultura, o, allo stesso modo, pur riconoscendo le origini della propria famiglia, non avevano abbastanza interesse per conservarne le tradizioni.

Come si ricostruisce allora la voglia e la passione per la cultura italiana?

Chelsea Cucinotta crede ad esempio che gli italo-australiani debbano essere incoraggiati a socializzare con i giovani dalle idee simili attraverso le associazioni giovanili, come quelle universitarie.

In alcune associazioni ho incontrato molte persone simili a me e grazie alla lingua e ad un condiviso amore per il cibo, ho scoperto tante cose in comune” racconta Chelsea “poi ad aiutarci a socializzare c’è anche il Ballo Italiano Annuale, dove ci ritroviamo per ballare sulle note dei cantanti italiani. È un’esperienza semplice ma coinvolgente.”

Sean Wales però, ritiene che il modo migliore per risvegliare la passione sia viaggiare o fare uno scambio culturale. Sean quando era in high-school si è recato in scambio a Bosa, una cittadina sarda di 8,000 abitanti.
Sean Wales
Source: Courtesy of Sean Wales
Si trova l’Italia vera in una cittadina di 8,000 persone. Tutti si conoscono, non si usa la macchina, ma si va sempre a piedi ovunque, si può bussare alla porta di chiunque ad ogni ora e si è sempre benvenuti in casa.”

Sean ha 21 anni e pensa che si debba instillare questa passione ai ragazzi, proprio negli anni formativi della loro vita.
“Non serve a niente costringere i ragazzi ad apprezzare la cultura” racconta Sean “ma i genitori ed i nonni dovrebbero almeno incoraggiarla, in particolare parlando l’italiano ai bambini.”
Per me, viaggiare in Italia a diciassette anni in cerca di esperienze dirette della cultura italiana è stato d’ispirazione per riprendere il contatto con le mie origini. Mi ha motivato a imparare la lingua e a comprendere il paese per mantenere il mio collegamento con l’Italia. I miei genitori mi hanno incoraggiato a proseguire su questa strada, ma è stata la mia volontà e l’amore per la cultura che hanno acceso e conservato l’entusiasmo.

Per migliorare l’interesse e la passione dei giovani per la cultura italiana dobbiamo nutrire la loro curiosità e continuare ad ispirarli, per far desiderare loro stessi di essere parte della cultura e di voler farla propria. In questo modo potranno non solo ricollegarsi alla loro parte italiana, ma impareranno anche ad amarla.


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Published

Presented by Carlo Oreglia, Stefano Grassia

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