In questa mostra, Bertuccio racconta la storia di Claudio Madia e del suo Circincà ("circo in casa", in dialetto milanese).
"Quello che mi ha proprio attirato è lui come persona", Bertuccio ha raccontato in un'intervista con SBS Italian.
"È proprio curioso sentirlo parlare, vedere quante cose ha fatto, e poi comunque è una persona che ha costruito un circo nel salotto di casa sua. Già per questo comunque viene curiosità. Chi è che lo fa? Io non l’avevo mai visto prima".
Madia è stato acrobata al teatro La Scala di Milano, oltre che saltimbanco, equilibrista e giocoliere, e presentatore del programma per bambini "L'Albero Azzurro", in onda sulla RAI negli anni '90.
Non solo: l'artista è stato anche graphic designer, autore di libri per bambini, fondatore della Piccola Scuola di Circo di Milano negli anni 1990 e conduttore de La Scuola in diretta su Rai Educational.

Source: Supplied by Davide Bertuccio
Negli anni prima della pandemia, Madia ha trasformato la sua casa a Milano in un teatro, organizzando degli spettacoli con altri amici acrobati.
"L'ho conosciuto quasi per caso... Quando sono entrato in questa casa mi sono innamorato completamente della magia che si respirava", ha raccontato Bertuccio.
"È proprio questo che mi ha legato a Claudio: la sua capacità di dire ‘Okay, ho un'idea; la realizzo".
Nel marzo del 2020, a causa della pandemia di COVID-19, Claudio Madia è rimasto senza un pubblico, e gli spettatori rimasti erano soltanto quelli dipinti sui muri, racconta Bertuccio.

Source: Supplied by Davide Bertuccio
"Tutte le foto che sono in casa sono realizzate prima della pandemia, o a ridosso".
"Ci sono delle foto del circo in casa ma erano l'ultimo spettacolo in cui c'erano tre spettatori, perché già il COVID almeno qua in Italia da febbraio ha iniziato a spaventare le persone, quindi almeno a Milano soprattutto si è stati molto più cauti", ha raccontato Bertuccio, ricordando che il capoluogo lombardo è poi diventato una delle città più colpite a livello mondiale.
La mostra è la storia di un artista che cerca il proprio pubblico, e "il silenzioso battito" del titolo descrive come lui il pubblico ce l'avesse disegnato in casa, spiega Bertuccio.

Source: Supplied by Davide Bertuccio
Durante la pandemia il Circincà ha dovuto chiudere e Madia ha dovuto cambiare casa.
"Tutto quel posto che ho fotografato in questo preciso momento non esiste più", ha raccontato Bertuccio.
Madia tuttavia è un uomo che non si arrende.
"ll pubblico che aveva durante la pandemia era sicuramente silenzioso, ma lui comunque non si è arreso, perché ha voluto trasformare quel pubblico in un pubblico reale".
"Durante la chiusura ci raccontava: ‘Ragazzi, non vi preoccupate perché in qualche modo ce la farò, quindi organizzeremo questo circo’".

Source: Supplied by Davide Bertuccio
"Noi eravamo stupiti perché pensavamo: 'Ma come, noi siamo in casa e tutto il mondo fuori soffre e tu già pensi al modo di risolvere la situazione?!".
Madia si è trasferito da un'altra parte, dove intende costruire un circo più piccolo, racconta Bertuccio.
Secondo il fotografo milanese, questa mostra descrive anche che cosa hanno vissuto gli artisti, in Italia come nel resto del mondo, durante la pandemia di COVID-19.
"Sono stati chiusi concerti e teatri. Non avevano più il lavoro".
Nei suoi lavori, Bertuccio è incentrato su una ricerca autoriale che analizza in profondità i cambiamenti di ciò che circonda le persone, spaziando dai temi legati alla globalizzazione, ai temi riguardanti l'ambiente e l'adattamento della condizione umana.

Source: Supplied by Davide Bertuccio
"Sono concentrato molto sul rapporto tra l'uomo e il suo ambiente, e come ambiente non intendo semplicemente le cause naturali - che comunque poi ho ricercato - ma l'ambiente che viviamo", ha dichiarato.
Secondo Bertuccio, la pandemia è stato un ambiente; la casa è stata un ambiente.
"Il focus è sempre sull'uomo, e cerco di spiegare e mi interessa tantissimo capire come noi esseri umani ci stiamo adattando ai passaggi che vediamo".
"C’è la crisi climatica, ma c'è la pandemia, c'è il rapporto con la casa, il rapporto con l'altro il rapporto con il diverso", ha affermato.

Source: Supplied by Davide Bertuccio
"Ognuno di questi per me è un ambiente che l’uomo, costretto o non costretto, magari si trova a vivere. Quindi questo è il focus di tutto il mio lavoro".
All'Head On Festival sono esposti anche i lavori di altri due fotografi italiani: Daniele Vita e Santo Eduardo Di Miceli.
Di Miceli esporrà presso i locali dell’Istituto Italiano di Cultura di Sydney in York Street fino alla fine di gennaio 2022, mentre Vita e Bertuccio saranno ospitati dal Festival negli spazi allestiti a Bondi Beach fino al 28 novembre.
Ascolta le interviste con i tre fotografi:
Le persone in Australia devono stare ad almeno 1,5 metri di distanza dagli altri. Controllate le restrizioni del vostro stato per verificare i limiti imposti sugli assembramenti.
Se avete sintomi da raffreddore o influenza, state a casa e richiedete di sottoporvi ad un test chiamando telefonicamente il vostro medico, oppure contattate la hotline nazionale per le informazioni sul Coronavirus al numero 1800 020 080.
Share
