Cucinare per gli altri può essere anche un modo per dimostare loro quanto li amiamo. La cucina tradizionale e la condivisione dei piatti tipici sono per molti Paesi parte dell'identità culturale. Ma c'è anche il rovescio della medaglia: a volte diventa difficile riuscire a perdere peso.
In molte famiglie le cose funzionano proprio così. Tanti momenti di condivisione familiare si svolgono attorno a un tavolo, e sul tavolo c'è cibo. E diventa difficile dire no.
*Denise per esempio è una signora greca di 47 anni con quattro figli. La storia della sua famiglia ha avuto un ruolo fondamentale nei suoi problemi con l'alimentazione.
"Mio padre era un uomo severo e qualsiasi cosa mia madre cucinasse non avevamo il permesso di alzarci da tavola prima che tutto fosse finito. Ricordo che per anni restavamo seduti per ore, quando c'erano pietanze che non ci piacevano. A volte avrei voluto addirittura vomitare, ma fino a che tutto non era finito non ci potevamo alzare. Se non mangiavamo tutto ci mandava dritti in camera nostra. Ricordo che una volta mamma aveva cucinato la zuppa di lenticchie, che a mio fratello non piacevano, allora mio padre gli spinse la testa dentro il piatto. Crescendo in questo modo ho sviluppato un terribile senso di colpa nel lasciare cibo sul piatto".
Il padre di Denise aveva sofferto la fame e faceva enormi sacrifici per garantire sostentamento alla famiglia. Per questo voleva che i suoi figli finissero tutto quello che c'era nel piatto.
Storie come quella di Denise sono piuttosto comuni. L'educazione alimentare non è solo insegnare alle persone quello che dovrebbero mangiare, ma spesso significa modificare comportamenti nei confronti del cibo che si sono radicati negli anni.
Le ricerche evidenziano che oltre alla storia personale, anche la cultura gioca un ruolo importante nel mantenimento del peso forma. Parliamo di atteggiamenti nei confronti del cibo e del ruolo che il cibo riveste nell'identità culturale dei vari Paesi.
Denise ha parlato anche di questo. "Anche mio marito è greco. Sua madre è un'ottima cuoca. Se io sono a dieta e lei ha cucinato, mi dice "Perché non mangi? Non ti piace?" e io mi sento in colpa. Quindi mangio e interrompo la dieta. Poi, siccome è tutto molto buono, fatico a fermarmi. La cosa mi deprime e mangio ancora. È un circolo vizioso."
La predisposizione genetica di Denise a prendere peso, unita alle abitudini alimentari della sua cultura e all'ambiente australiano che offre un accesso al cibo facile ed economico, sono state tutte concause del suo essere sovrappeso.
Ora, grazie ad una combinazione di rieducazione, terapia psicologica e terapia nutrizionale, Denise ha raggiunto un peso che la soddisfa.
Nonostante i benefici della dieta mediterranea, per Denise c'è stato bisogno di prendere qualche accorgimento. Ad esempio ridurre i carboidrati (in un pasto è meglio scegliere tra il pane e la pasta invece di avere entrambi) e diminuire la quantità dell'olio nell'insalata.
La dieta mediterranea è comunque ottima su molti versanti. Ci sono i benefici anti infiammatori dell'olio extravergine di oliva, quelli cardio-vascolari dell'insalata, e naturalmente quelli sociali del trasformare il pasto in un momento di condivisione con le persone che amiamo.
Perdere peso non è facile. Ci vuole il tempo per capire tutti i fattori che influenzano la nostra forma fisica e per imparare a gestire le occasioni di incontro attorno ad un tavolo continuando a divertirci ma senza trasformare il cibo in un problema.
*Denise preferisce mantenere l'anonimato sul suo cognome.
The Obesity Myth va in onda su SBS il lunedì sera alle 7.30 a partire dal 7 settembre. Sarà poi disponibile su SBS On Demand.
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