La Corea del Sud ha riportato il minor numero di nuovi casi da coronavirus nel Paese rispetto al picco verificatosi lo scorso 29 febbraio. Il trend in diminuzione per le infezioni giornaliere diffonde così la speranza che il Paese asiatico più colpito dopo la Cina possa cominciare a tirare un sospiro di sollievo.
Il Centro coreano per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (KCDC) ha annunciato lunedì 64 nuovi casi, portando il totale nazionale a 8961. Il bilancio dei decessi è salito di un'unità, a 110.
I nuovi dati segnano il dodicesimo giorno consecutivo in cui la Corea del Sud ha registrato circa 100 casi o meno al giorno. Numero decisamente inferiore se comparato con i 909 casi registrati il 29 febbraio, il picco massimo dell'epidemia.
257 pazienti sono stati dimessi dagli ospedali dove erano stati isolati per le cure, ha affermato il KCDC. Il 13 marzo la Corea del Sud ha inoltre registrato un numero più alto di guarigioni rispetto alle nuove infezioni, per la prima volta da quando il primo caso di coronavirus è stato confermato il 20 gennaio scorso.

South Korean soldiers wearing protective gear spray disinfectant as a precaution against the new coronavirus in Seoul, South Korea Source: AP
La Corea del Sud ha messo in atto alcune delle misure di protezione più complete al mondo, dicono gli esperti.
"L'aspetto più evidente della strategia sud-coreana è molto semplice: test, test e ancora test", ha affermato il professore associato in Sviluppo Economico Urbano dello University College London.
"Il Paese ha imparato molto dall'epidemia di MERS del 2015 e ha riorganizzato il proprio sistema di controllo delle malattie. Possiede un sistema sanitario buono e attrezzato a far fronte a grandi emergenze, oltre ad un'industria bio-tecnologica molto sofisticata capace di produrre velocemente kit per il test".