La senatrice Kristina Keneally, portavoce dell’opposizione per l'Immigrazione e gli Affari di stato, in un articolo pubblicato domenica 3 maggio sul The Age Sunday e The Sun Herald ha proposto un taglio all’immigrazione temporanea di lavoratori per dare “prima scelta” ai lavoratori australiani.
“Do we want migrants to return in the same numbers? The answer is no” è il titolo dell’articolo nel quale l’ex premier laburista del NSW sostiene che in passato l’immigrazione ha contribuito allo sviluppo economico dell’Australia, ma che in anni più recenti la tipologia e il numero di nuovi arrivati ha danneggiato molti lavoratori australiani contribuendo alla disoccupazione e alla lenta crescita dei salari.
Il ministro ad interim dell'Immigrazione Alan Tudge ha affermato che i Laburisti sui visti temporanei di lavoro hanno una politica priva di logica. Da una parte chiedono al governo di aiutare coloro che sono bloccati in Australia, e dall'altra ne chiedono la riduzione.
Secondo il ministro Tudge, la senatrice Keneally è disperatamente a caccia di attenzione.
A spezzare una lancia a favore della portavoce laburista è stata Sally McManus, segretaria dell'ACTU (la confederazione sindacale australiana) che in un tweet sostiene che molti imprenditori usano il sistema per evitare di assumere personale locale, e per sfruttare i lavoratori con un visto temporaneo, che dipendono dai datori di lavoro per la loro sicurezza e il futuro del loro visto.
Il leader laburista Anthony Albanese non ha ancora rilasciato commenti sulle dichiarazioni della senatrice Keneally.
Venerdì scorso il primo ministro Scott Morrison aveva previsto un calo netto dell'immigrazione dell'85 per cento nel 2020-21, rispetto ai dati del 2019-19.
In base alle cifre pubblicate dall'Ufficio Centrale di Statistica (ABS), lo scorso anno l'immigrazione ha contribuito a far aumentare la popolazione australiana di 239.600 unità.

Prime Minister Scott Morrison more restrictions will ease if more people use the COVIDSafe app. Source: AAP
Con la prevista chiusura delle frontiere per almeno altri tre o quattro mesi, il governo stima che il calo netto dell'immigrazione sarà di 36.000 persone nel 2020-21, il calo maggiore registrato negli ultimi 40 anni.
Questo calo dovuto all'epidemia del COVID-19 potrebbe avere un impatto sulla ripresa economica dell'Australia alla fine della crisi.
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