Niente più 457 per chi lavora nei fast food

Sarà più difficile sponsorizzare i lavoratori stranieri dei fast food. Ecco come il governo Turnbull ha modificato gli accordi stipulati nel 2012 tra i datori di lavoro del settore ed il governo laburista di Julia Gillard.

McDonald's restaurant fast food

Australia, Sydney, CBD Central Business District Circular Quay McDonald's restaurant fast food counter. Source: Jeff Greenberg/UIG via Getty Images

I propietari di fast food, come Mc Donald's, Hungry Jack's o KFC, non potranno più assumere lavoratori stranieri con il visto 457, il visto temporaneo di sponsorizzazione. Questa la notizia annunciata il 2 marzo 2017 dal Ministro dell'Immigrazione Peter Dutton, che ha sottolineato di voler dare in questo modo la priorità agli australiani in cerca di lavoro.

Ma che cosa significa in realtà questo cambiamento?

Ne abbiamo parlato con l'agente di immigrazione Emanuela Canini, che ha anche risposto ad alcune delle domande che ci avete inviato attraverso la nostra pagina Facebook.
Fino al primo marzo, i fast food godevano di un canale preferenziale per sponsorizzazione alcuni lavoratori in zone non regionali, cioè al di fuori dei grandi centri metropolitani. Ora non più.

Ricordiamo che ci sono solo alcune mansioni - chef, cuoco o manager di ristorante - che possono ottenere uno sponsor nella ristorazione, indipendentemente dal fatto che il lavoro venga svolto in un vero e proprio ristorante o in un punto ristoro come McDonald's, Hungry Jack's o KFC. Queste figure professionali possono essere sponsorizzate con un visto regionale 187, se si vive nell'Australia rurale, ma non con un visto 457. Per fare un esempio concreto: un McDonald's a Sydney non potrebbe sponsorizzare un cuoco.
"Le vie dell'immigrazione sono infinite"
Esiste però un’opzione percorribile all’interno del visto 457, ed è il cosidetto "Labour Agreement", un accordo che avviene direttamente tra l’azienda ed il governo, e quindi non passa per i normali canali di richiesta di visto. Esiste cioè la possibilità che - in casi specifici - l'azienda prenda accordi direttamente con il governo, il quale a sua volta valuta l'esistenza dei requisiti necessari attraverso il DIBP, il Department of Immigration and Border Protection.

Gli italiani che arrivano in Australia, in realtà, raramente lavorano nei fast food. E' più facile vederli all'opera in ristoranti e pizzerie, quindi questa modifica potrebbe non avere un grosso impatto sulla comunità, come ci ha spiegato l'agente d'immigrazione Emanuela Canini.

Il Dipartimento di Immigrazione australiano ha intanto annunciato che dal 13 marzo 2017 sarà possibile controllare online i tempi di attesa per i visti. Sarà infatti disponibile una pagina dove verranno indicati in tempo reale quanto manca alla propria pratica e quindi, a seconda della data in cui la domanda è stata depositata, si potranno fare delle previsioni. Chiaramente le tempistiche possono variare a seconda dei casi.

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By Francesca Rizzoli, Virginia Padovese

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