Sara aveva 30 anni quando nel dicembre del 2009 ha lasciato la Liguria con in tasca un Working Holiday Visa e un biglietto aereo per Sydney. L'idea era di fare un'esperienza di un anno all'estero, ma piano piano l'Australia l'ha conquistata e per questo ha deciso di riorganizzare la sua vita per rimanere a vivere down under.
Passando per uno student visa e due sponsorizzazioni è riuscita ad ottenere la residenza permanente e a maggio 2017 avrebbe avuto tutti i requisiti per richiedere la cittadinanza australiana.
Il 20 aprile però tutto è cambiato.
"Facendo colazione ascolto al telegiornale gli annunci del Governo riguardo ai cambiamenti ai requisiti richiesti per ottenere la cittadinanza australiana. E passo dall'incredulità all'orrore quando qualche ora dopo leggo la bozza della proposta di legge e realizzo che l'intenzione di applicare i nuovi requisiti retroattivamente è confermata".
Tra tanti alti e bassi in sette anni down under Sara aveva finalmente la sensazione di avercela fatta. Invece ad aprile ha sentito che nonostante una serie infinita di controlli, referenze di lavoro, certificati di studio, test medici, informazioni e documenti non solo su lei ma anche sui suoi familiari, il Dipartimento di Immigrazione la sentiva ancora come una potenziale minaccia alla sicurezza nazionale.
Secondo Sara questa proposta di legge era profondamente ingiusta e per questo ha deciso di attivarsi per far sentire la propria voce. Si è iscritta a diversi gruppi Facebook, uno dei quali è diventato un'organizzazione, Fair Go for Migrants, il cui obbiettivo è quello di bloccare la legge completamente piuttosto che opporsi ad alcuni dei suoi aspetti. Come membro di questa organizzazione, Sara ha organizzato proteste pacifiche a Sydney e a Melbourne, ha presentato una petizione alla Commissione d'Inchiesta del Senato firmata da oltre 13.000 persone spiegando i motivi del proprio dissenso, ha contattato moltissimi membri del Parlamento manifestando la propria preoccupazione.
I motivi del dissenso sono principalmente due.
- Da un lato la questione relativa ai tempi: la nuova proposta porta a quattro gli anni di residenza permanente necessari per richiedere la cittadinanza, ma secondo Sara bisogna tenere in considerazione che la legge attuale già richiede una permanenza in Australia con un visto valido (anche se non di PR) per almeno quattro anni.
- Dall'altro la questione IELTS: un livello 6 è per Sara discriminatorio verso alcune categorie di persone, ad esempio coloro che hanno completato solo le scuole elementari. Inoltre la stragrande maggioranza dei residenti permanenti ha già dovuto sostenere un esame IELTS.
"Soprattutto nelle ultime due settimane sono molto più positiva sul fatto che questa legge verrà respinta. In Senato al momento ci sono 38 senatori che si oppongono alla proposta di legge".
A chi collega la proposta di legge ad un aumento della sicurezza nazionale Sara risponde così:
"Questo è forse l'aspetto più ridicolo perché la proposta di legge riguarda solo i residenti permanenti, quelli che hanno già ottenuto il diritto di vivere in Australia per il resto della loro vita e quindi non dovrebbero essere considerati una minaccia per la sicurezza del Paese".
Non c'è nessun italiano, a parte Sara, nel gruppo Fair Go for Migrants. I membri sono soprattutto indiani, pakistani, vietnamiti e canadesi. Sara ha cercato di coinvolgere la comunità italiana, ma senza successo. A suo parere lo scarso interesse degli italiani sulla questione è dettato dal fatto che molto più spesso gli italiani sono impegnati nel riuscire ad ottenere un visto che permetta loro di rimanere in Australia, ad esempio una sponsorizzazione, e non sono ancora arrivati a pensare alla cittadinanza.
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