Carmela D'Amorè, italiana nata e cresciuta in Australia ma con forti radici siciliane, è categorica: "la generazione attuale ha rimpiazzato il tavolo con il computer ed il cellulare". Sarebbe questo secondo lei il motivo per cui ci sentiamo sempre più isolati.
Nel suo secondo libro,The Heart of the table. Unlocking the treasures to family and community through Sicilian food, Carmela vuole ricordare a chi legge che "stare a tavola è un momento prezioso per stare insieme. Dobbiamo tornare a tavola per comunicare!".
"Quando le nostre madri e le nostre nonne cucinavano per noi, era il loro modo di dirti che ti amavano, perché non avevano altri modi per dirlo"
Nella visione di Carmela la famiglia è un'azienda, ed i figli quindi sono il suo investimento per il futuro. Quale luogo migliore allora per riunirsi e parlare d'affari in una casa se non la cucina? Ed ecco allora che nella visione di Carmela questo spazio diventa il centro di tutto, in particolare il tavolo, attorno al quale sedersi a fare conversazione ogni giorno.
"È la mia azienda. Il mio regno. I miei figli. Io sono la regina della mia famiglia, la matriarca. Io sono quella che deve prendere le redini ed il controllo della situazione", come spiega anche nel suo discorso dal titolo The Power of the Table, o il potere della tavola.
Carmela non solo vuole fare rivivere i sapori, gli odori e il gusto della cucina italiana, ma soprattutto i ricordi ed i piccoli segreti che le sono stati suggeriti all'orecchio sin da bambina: "la mia storia è sempre stata in cucina, io sono nata in cucina".
Letteralmente, visto che la sua famiglia già aveva un ristorante dove la madre lavorava a tempo pieno e dove Carmela è cresciuta scoprendo tutti i segreti della cucina italiana, in particolare quella siciliana: "Quando io sono in cucina il basilico, il rosmarino e tutte queste erbe mi fanno ricordare i miei genitori, e per me in quel momento sono tutti lì con me, e tutte le ricette che mi hanno insegnato da bambina mi tornano in mente. Mi porto i nonni e i genitori tutti con me, nella cucina, sono lì".
"La mia storia è sempre stata in cucina, io sono nata in cucina"
"A fare lo chef si impara" spiega ancora Carmela al microfono di SBS Italian, "ma le nonne e le generazioni passate non hanno imparato sui libri. Hanno assorbito la conoscenza di generazione in generazione.
"La nonna ti racconta all'orecchio la storia di sua mamma, e ti dice che cosa la sua, di mamma, metteva nel brodo o nella salsa... i segreti non sono scritti ed è questo quello che io voglio preservare".
Carmela ci ha messo quasi due anni per ricordare e mettere insieme tutte le ricette raccolte in Carmela's cucina povera, il primo dei suoi libri: "Sono dovuta andare a recuperarle dalla memoria. Mi ricordavo passo a passo quello che mi diceva mia nonna, quello che mi diceva mia mamma... A volte mi svegliavo alle 4 del mattino e mi ricordavo la ricetta della salsa, e quindi scrivevo la salsa... Le rape, che sono ora in stagione, quando le faccio ci metto un po' di peperoncino e mi ricordo mio nonno... mi ricordo la voce di mio nonno che dice non ne mettere troppo che se no copre tutti i sapori"
Amore non è solo il cognome di Carmela, ma è l'ingrediente principale della sua cucina, che le è stato tramandato dalla tradizione italiana: "quando le nostre madri e le nostre nonne cucinavano per noi, era il loro modo di dirti che ti amavano, perché non avevano altri modi per dirlo. Quando loro ti dicevano 'Hai fame?', era il loro modo di dire vieni, siediti con me che ti voglio bene".
Carmela presenta i suoi libri a Melbourne il prossimo 6 agosto, al COASIT, in un evento intitolato Carmela's Cucina Povera.