A molti backpackers che lavorano in settori critici dell'economia è stata offerta un’estensione del visto per poter rimanere in Australia, quello che viene chiamato "Pandemic visa".
In evidenza:
- Il governo ha attivato l'opzione "pandemia" all'interno dei visti 408
- L'aiuto è sia per chi ha un visto WHV sia per i settori dell'economia che si basano sul loro lavoro
- Alla fine dell'anno finanziario, il calo del WHV è stato del 36,6%
Ufficialmente si tratta del visto temporaneo 408: un visto che, come racconta a SBS Italian l’agente d’immigrazione Emanuela Canini, “si è rivelato un’ancora di salvezza per molte persone interessate a continuare il loro viaggio australiano”.
I numeri del WHV
I WHV sono costantemente monitorati dal governo australiano, in particolare per il loro ruolo nell’agricoltura.
Proprio in questi giorni è in corso un’inchiesta del Parlamento per la revisione del programma e possibili cambiamenti futuri.
I dati resi pubblici dal ministero degli interni mostrano che al 30 giugno di quest’anno, a causa del Covid, si è visto un calo del 36,6% di persone con questo visto, circostanza che ha avuto un impatto su certe industrie dove chi ha questo visto viene normalmente impiegato, soprattutto nelle aree regionali.
L’opzione “pandemia”
Visti i numeri in calo e le difficoltà, il governo ha pensato di attivare l’opzione “pandemia” all’interno del visto 408, che già era prevista all’interno del visto.
Questa opzione da una parte concede l’opportunità di regolarizzarsi a chi non è riuscito a partire e tornare nel proprio Paese, e dall’altra permette di colmare, con il soggiorno ulteriore di queste persone, le carenze lasciate dai mancati arrivi dei nuovi WHV.
L’opzione limita il gruppo di persone a cui può essere concesso il visto a coloro che sono in possesso di un visto che scade in meno di 28 giorni, o a cui il visto è scaduto da non più di 28 giorni.
Il visto è gratuito ed ha una durata variabile a discrezione del ministero dell’interno fino a 12 mesi.

Source: SBS News/Omar Dehen
Chi ne ha diritto?
Sono essenzialmente due le categorie interessate.
La prima è composta da chi non può rinnovare il WHV perché non ha svolto il lavoro regionale o ha oltrepassato l’età per un secondo WHV, ma non desidera lavorare ulteriormente o sta già organizzando il prossimo rientro in patria.
La seconda è formata da chi invece è intenzionato a rimanere più a lungo con un permesso di lavoro.
Alle persone con il WHV verrà data una certa flessibilità, al fine di aiutare i settori critici della sanità, dell'assistenza agli anziani e ai disabili, dell'agricoltura, del settore alimentare e dell'assistenza all'infanzia.
In particolare, chi lavorerà in questi settori sarà esente dalla limitazione del lavoro di sei mesi con un unico datore di lavoro.
A cosa serve il visto 408
Lo scopo di questo visto è, oltre all’aiuto per i WHV in difficoltà, anche quello di rispondere alle carenze di manodopera durante la pandemia, in aree che includono l'agricoltura, l'assistenza agli anziani e all’infanzia, la salute e l’industria agro-alimentare.
Il visto si applica a chi è già impiegato in questi settori o ha un’offerta di lavoro relativo alla fornitura di beni e servizi essenziali direttamente legati alle necessità della pandemia.
L’offerta di lavoro non è una sponsorizzazione e non implica il coinvolgimento del datore di lavoro, ma nella richiesta del visto bisogna fornire i dettagli del lavoro che si svolgerà.
Il rinnovo del WHV, il visto 408 e la regola dei sei mesi con lo stesso datore di lavoro sono tre concetti separati e con regole a sé, seppur con certe sovrapposizioni
“Questo visto 408 non è da confondere con il rinnovo del WHV”, sottolinea a SBS Italian l’agente d’immigrazione Emanuela Canini, “rinnovo che si può fare solo dopo aver svolto lavoro in aree regionali, come da regole pre-esistenti”,
Inoltre chi lavora in quei settori non ha bisogno di cambiare datore di lavoro dopo i primi sei mesi di contratto.
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