La governatrice della RBA Michelle Bullock si è scagliata contro le banche e tutti coloro che emettono carte di credito nazionali che hanno respinto i piani della Reserve Bank di ridurre le commissioni pagate dagli acquirenti quando utilizzano le loro carte di credito.
Le banche e i fornitori come Visa hanno detto picche al piano di vietare tutte le commissioni, i sovrapprezzi sull'uso delle carte entro luglio del prossimo anno, una misura che secondo la Reserve Bank avrebbe consentito ai consumatori australiani di risparmiare fino a due milardi di dollari all'anno.
Perché gli istituti di credito hanno fatto spallucce? Le motivazioni sono molteplici. Ad esempio, la NAB ha avvertito che se le commissioni verranno limitate, non sarà più in grado di coprire i costi essenziali per l'elaborazione delle transazioni, o per il rilevamento delle frodi.
Il Professor Tani non è d'accordo: "Paghiamo già fior di quattrini per avere le carte di credito, e quindi avrebbe senso ridurle. La chanche l'abbiamo noi consumatori, che dovremmo guardare anche al di là delle Big Four e magari optare per altre carte emesse da istituti forse meno rinomati ma comunque affidabili".
Nel suo spazio settimanale, Tani ha anche analizzato l'ennesimo studio relativo al caro affitti, questa volta a cura del Think Tank X61, secondo cui la forbice tra l'aumento degli affitti di immobili e quello del costo delle case sembra sproporzionato.
Per spiegare il senso di questa ricerca e dire la sua, Tani ha usato una delle sue proverbiali analogie: "Paragonare la crescita degli affitti delle case con i prezzi delle case è un po' come cercare un nesso tra la crescita del prezzo dell'oro con i costi dei denti d'oro".
Volete scoprire il senso dell'analogia?