Il 20 maggio 2025, con il via libera definitivo della Camera dei Deputati, il Decreto-Legge 36/2025 è stato convertito in legge, introducendo criteri più restrittivi per i discendenti di italiani residenti all’estero.
Non basterà più dimostrare di avere un avo italiano: sarà necessario provare un legame effettivo, documentabile e attuale con l’Italia. La normativa prevede anche eccezioni, come una finestra temporale per chi ha perso la cittadinanza per naturalizzazione all’estero, e solleva interrogativi sui diritti acquisiti e sull’impatto delle nuove regole sulle domande già in corso.
Finisce così l’era dell’automatismo generazionale basato sullo ius sanguinis. La nuova norma prevede criteri più restrittivi e introduce una distinzione netta: il riconoscimento sarà possibile solo se il richiedente ha almeno un genitore o un nonno nato in Italia, a condizione che questi abbia avuto esclusivamente la cittadinanza italiana oppure abbia vissuto legalmente in Italia per almeno due anni prima della nascita del figlio.
“Quello che sta facendo la legge è che dopo una generazione non sarà più possibile trasmettere la cittadinanza. Punto e basta. Questa è la realtà dei fatti”, commenta il Senatore della circoscrizione Estera che comprende l'Australia, Francesco Giacobbe, ai microfoni di SBS Italian.
La nuova legge avrà un impatto rilevante soprattutto per i discendenti di italiani residenti all’estero, come quelli in Australia, dove intere famiglie conservano radici italiane ma vivono da più generazioni fuori dal Paese.
Tra i criteri introdotti, uno dei più discussi è quello che esclude la trasmissione automatica della cittadinanza nel caso in cui il genitore o il nonno non abbiano la sola cittadinanza italiana.
“Se il nonno aveva la cittadinanza, per esempio, australiana alla morte, purtroppo il minore non potrà acquisire la cittadinanza italiana”, spiega l’avvocata Alessia Comandini da Sydney. “È un punto critico per molte famiglie della nostra comunità”.
Si tratta di un emendamento introdotto successivamente alla prima pubblicazione del decreto, che ha reso la norma ancora più restrittiva. In assenza di chiarimenti ufficiali, anche i consolati italiani rimangono in attesa di istruzioni operative dal Ministero dell’Interno per capire come applicare correttamente le nuove regole.
La legge prevede anche una finestra temporale per chi ha perso la cittadinanza per naturalizzazione all’estero. Sarà possibile riacquisirla presentando domanda tra il 1° luglio 2025 e il 31 dicembre 2027, ma gli effetti di questa riacquisizione saranno limitati.
"Quando io sono diventato cittadino australiano, era il ’92. Mi avevano detto che dovevo rinunciare al mio passaporto italiano. Quello che voglio sapere è: io posso fare ancora domanda per la cittadinanza italiana?”, chiede Marco, un ascoltatore.
“Dal primo luglio al 31 dicembre 2027 si potrà riacquisire la cittadinanza. Ma anche qui non si va molto a salvare la situazione: moglie e figli nati all’estero non conseguiranno la cittadinanza”, ha precisato l’avvocato Fabrizio Fiorino da Brisbane.