Era il 13 febbraio del 2008, quando l’allora primo ministro Kevin Rudd, per la prima volta, si scusava formalmente a nome di tutto il Paese con i nativi australiani per le "generazioni rubate".
Dalla seconda metà dell’Ottocento fino agli anni '70 del ventesimo secolo i bambini aborigeni vennero strappati alle loro famiglie ed inseriti nella società bianca, in una strategia tesa ad estirpare e cancellare la cultura aborigena.
A 16 anni di distanza, le parole di Rudd sono ancora attuali, e alcune di queste, "closing the gap", hanno dato il nome ad un programma volto proprio a ridurre il divario tra le popolazioni aborigene ed il resto della collettività.
Proprio ieri, nel giorno del 16 anniversario del cosiddetto National Apology day, è stato reso noto sia lo stato attuale del programma "Closing the gap" che i provvedimenti che il governo Albanese intende attuare.
Per Paul Scutti, esperto di politica australiana, "lo stanziamento di oltre 700 milioni di dollari dimostra che il governo è consapevole che l'obbiettivo è ancora lontano".
Secondo il rapporto, in quattro delle 19 categorie la situazione è addirittura peggiorata rispetto ad un anno fa.Paul Scutti
Con Paul Scutti abbiamo anche analizzato altri aspetti della settimana politica, tra cui le elezioni statali in Tasmania, indette dall'attuale Premier Jeremy Rockliff, che al momento si trova in minoranza.