Antonio e Adele sono una coppia - lui italiano, lei italo-australiana – che lo scorso gennaio ha presentato domanda per un Partner Visa, senza ancora ricevere risposta.
Antonio nel frattempo è rimasto senza lavoro, ma le misure annunciate nei giorni scorsi a sostegno di chi ha perso il proprio reddito non si applicano alla sua condizione di visto, nonostante sia da anni in Australia e in attesa della residenza.
Cosa ci racconta la loro storia?
Il Bridging visa è una sorta di ‘limbo' legale
L’agente d’immigrazione Emanuela Canini conferma, parlando ai microfoni di SBS Italian, che il Bridging Visa è un visto ponte, come dice il termine, una sorta di limbo riconosciuto quando non si hanno altri visti per evitare di diventare illegale.
Ci sono diversi tipi di visti e quello più comune è il Bridging Visa A.
Si tratta di un visto che, nella maggior parte dei casi, include tutte le condizioni del visto precedente. Nel caso in cui si sia richiesto un partner visa, però, queste condizioni decadono, e il Bridging Visa A dà diritto all’accesso al lavoro e allo studio senza restrizioni, nonchè alla copertura Medicare.
È effettivamente un visto temporaneo e come tale viene trattato, e per ora non prevede sussidi come invece nel caso di residenti o cittadini australiani
In tempi normali, cioè al di fuori dell’emergenza coronavirus, il Partner visa temporaneo può ricevere alcuni sussidi, anche se ci sono delle tempistiche da rispettare.
Il consiglio di Emanuela Canini è di parlarne con Centrelink quando il visto arriverà: nel caso si stia aspettando il visto, ribadisce Emanuela, i sussidi non vengono accordati dal governo perché la domanda potrebbe essere rifiutata.
Tempistiche al rallentatore
Le tempistiche sul Partner visa erano già aumentate prima dell’emergenza coronavirus. Diverso tempo fa il sito dell’Immigrazione era già stato aggiornato con le nuove tempistiche, che riportavano più di due anni di attesa.
Ora i tempi variano dai 26 ai 31 mesi. “Si vedrà tra non prima di un mese se ci saranno ritardi dovuti alla questione virus sul Partner visa”, ha dichiarato Emanuela Canini a SBS Italian.
I tempi lunghi potrebbero in futuro non riguardare tutti i visti: secondo l’agente d’immigrazione, a parte un potenziale aumento dei visti turistici, le richieste di molti altri visti caleranno notevolmente, quindi dovrebbe esserci meno lavoro negli uffici dell’immigrazione, a meno che non si voglia ritardare l’approvazione di certi visti appositamente.
Il fatto di aver perso il lavoro modifica lo status per la richiesta?
In breve, no. Richiedere una priorità per questo motivo con questa motivazione non avrebbe effetto. “Ricordo che il Partner visa è uno dei visti più richiesti degli ultimi anni, e anche per questo c’è molta attesa per averlo”, precisa Canini.
Sussidi federali all’occupazione per i non residenti, tutto fermo?
Al momento non ci sono segnali da parte del governo di voler includere i non residenti o cittadini nei sussidi federali, nonostante le pressioni arrivate da più parti. Una petizione online ad esempio ha raggiunto più di 10 mila firme in poche ore.
È stato annunciato che i sussidi spetteranno ai cittadini australiani, ai residenti permanenti - che verranno esonerati dai tempi di attesa che si applicano normalmente – e ai cittadini della Nuova Zelanda.
Per quanto riguarda l’estensione ad altre categorie, bisognerà attendere.
Gli australiani devono stare ad almeno 1,5 metri di distanza dagli altri e gli incontri devono essere limitati a due persone, a meno che non si sia con un membro del proprio nucleo familiare o abitativo.
Se ritenete di aver contratto il virus, invece di recarvi dal medico di persona, chiamatelo telefonicamente, oppure contattate la hotline nazionale per le informazioni sul Coronavirus al numero 1800 020 080.
Se fate fatica a respirare o vi trovate in un'emergenza, chiamate il numero 000.
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