Global Mail: "Il cambiamento climatico è il fil rouge che unisce le guerre nel mondo"

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I cambiamenti climatici influiscono sui nuovi conflitti, come ci spiega l'autore dell'Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo. Credit: Photo by Pixabay

Il giornalista Raffaele Crocco introduce la quattordicesima edizione dell'Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo, "un volume necessario per capire a fondo i 32 conflitti che al momento imperversano nel mondo".


Verrà pubblicata a febbraio la quattordicesima edizione del volume ideato e prodotto dal giornalista Raffaele Crocco, "L'Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo", attraverso il quale Crocco intende offrire "un luogo fisico in cui si potessero rapidamente raccogliere informazioni sulle ragioni per cui in un dato momento, in un dato luogo ricominciava o cominciava una guerra."

Nella sua più che trentennale carriera, Crocco ha lavorato come inviato di guerra per varie testate tra cui Il Manifesto e Il Corriere della Sera, documentando conflitti come quello in ex Jugoslavia.

Tra le 32 guerre che Crocco ha deciso di inserire nella prossima edizione, il filo che le collega è, spiega, il cambiamento climatico.
Il cambiamento climatico sta, come dire, smontando completamente le precedenti ragioni di guerra e ne sta creando altre pur non modificando gli assetti
Raffaele Crocco
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Raffaele Crocco, giornalista e ideatore dell'"Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo". Credit: Beatrice Taddei Saltini
"Oggi noi abbiamo gli Stati Uniti, la Russia, certamente la Cina, ma anche il Brasile, il Sudafrica e l'Europa, quindi più aree del mondo che sfruttano molte più periferie per ricavare le risorse utili per affrontare il cambiamento climatico", prosegue Crocco.

"Questo cambiamento climatico però non viene affrontato con lo scopo di una soluzione che in qualche modo riesca a contenere i danni ambientali, bensì cercando di accaparrarsi le materie prime che consentano alla propria popolazione di stare meglio e di affrontare questo cambiamento sopravvivendo. Questo sta generando infinite guerre e infinite ragioni di scontro".

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Global Mail, viaggio nell'impegno italiano nel mondo a cura di Jolanda Pupillo.

Jolanda Pupillo

Strumento indispensabile per conoscere quello che accade nel mondo. L'Atlante delle guerre e dei conflitti ci racconta in modo scientifico e fattuale, cosa c'è dietro le crisi, i conflitti e le guerre attuali. In attesa della quattordicesima edizione a febbraio 2026, parliamo dell'Atlante con il responsabile del progetto, il giornalista Raffaele Crocco.

Raffaele Crocco

La storia dell'Atlante è iniziata perché c'era il bisogno.

Raffaele Crocco

di creare un luogo fisico in qualche modo il libro è un luogo fisico in cui si potessero rapidamente raccogliere informazioni sulle ragioni per cui in un dato momento, in un dato luogo ricominciava o cominciava una guerra. Era un problema che io avevo affrontato ogni volta che mi trovavo a dover andare all'estero a seguire qualche guerra o qualche crisi, qualche conflitto. Il progetto era maturato da un'esperienza precedente che avevo avuto con Gino Strada quando avevamo creato Peace Reporter, poi nel

Raffaele Crocco

anni è maturato e finalmente nel 2008 abbiamo trovato le condizioni per poter mettere in piedi questo progetto, mettendo attorno all'idea tutta una serie di colleghi che erano disponibili a scommettere su un progetto di informazione dal basso, come si dice.

Jolanda Pupillo

Il pianeta gioca a Risiko, perché questo titolo?

Raffaele Crocco

Quello che ci siamo accorti nel tempo è che, pur rimanendo più o meno simile il numero delle guerre, sembra che il pianeta abbia quasi un bisogno fisiologico negli ultimi trent'anni di avere

Raffaele Crocco

un certo numero di guerre nei vari stati, pur rimanendo uguale quel numero è cambiata completamente la struttura di queste guerre, i collegamenti, le relazioni che esistono tra i protagonisti. Il mondo oggi è veramente spaccato in due parti fondamentalmente che poi magari all'interno sono due parti che non vanno d'amore e d'accordo. Però sono fondamentalmente due schieramenti, noi li chiamiamo filoamericani, sono coloro che ancora ritengono che il dollaro debba rimanere al centro del commercio mondiale.

Raffaele Crocco

come moneta di scambio e antagonisti, che sono coloro che invece ritengono che il dollaro sia cosa superata e vada trovata una soluzione altra o una moneta terza oppure rapporti bilaterali ruotano attorno a questi schieramenti gli uni attorno agli Stati Uniti, gli altri attorno alla Cina. Dopodiché sono schieramenti irregolari, perché spesso si prendono, come dire, a fucilate o a colpi di dazi anche fra di loro. Però sono le due formazioni che poi noi troviamo più o meno in modo uniforme.

Raffaele Crocco

ma dietro i contendenti delle guerre in atto. Se noi pensiamo a Russia e Ucraina, troviamo queste due formazioni schierate. Se noi pensiamo alle guerre che ci sono in questo momento in Africa, soprattutto nella zona del Sahel, troviamo queste due formazioni schierate anche in ciò che è accaduto a Gaza. Lì fatico a chiamarla guerra. Però ciò che è accaduto a Gaza c'erano queste due formazioni schierate con l'una o l'altra parte. Quindi un mondo che gioca a Risiko cercando di capire chi dovrà comandare nei prossimi decenni.

Jolanda Pupillo

L'edizione attuale riporta 31 guerre e 23 aree di crisi. Saranno le stesse nella prossima edizione o ci saranno cambiamenti?

Raffaele Crocco

Ci saranno dei cambiamenti in realtà, le guerre sono diventate 32 perché abbiamo reinserito nelle aree di guerra che sono aree diverse appunto dai conflitti. I conflitti sono le aree di crisi, quindi dove ancora non c'è uno scontro armato dichiarato e devastante. Nelle aree di guerra abbiamo inserito Haiti, reinserito.

Raffaele Crocco

Haiti, perché in questo momento è davvero una situazione incontrollabile in una zona anche abbastanza centrale rispetto agli equilibri internazionali e esce Nagorno-Karabakh, perché almeno formalmente è stata firmata una pace qualche mese fa e quindi questa zona entra in un'area di crisi, di conflitto e non più di guerra, ma entra in zona di guerra, Thailandia con Cambogia si stanno ancora prendendo fucilate in realtà, nelle zone di confine. Quindi insomma, è un mondo.

Raffaele Crocco

che non rinuncia ad avere il proprio numero di guerre.

Jolanda Pupillo

Ci sono dei fili rossi che scatenano questi conflitti e guerre.

Raffaele Crocco

Per quello che stiamo notando negli ultimi anni sì c'è un grande filo rosso che si chiama cambiamento climatico. Il cambiamento climatico sta, come dire, smontando completamente le precedenti ragioni di guerra, ne sta creando altre, non modificando gli assetti. Mi spiego ci sono sempre dei centri, degli imperi, potremmo chiamarli così dei centri di

Raffaele Crocco

essere luoghi dove c'è molto benessere che per affrontare il cambiamento climatico sfruttano molto di più le periferie, perché appunto questi centri di benessere e queste economie avanzate sono più di un tempo. Oggi noi abbiamo gli Stati Uniti, la Russia, certamente la Cina, ma anche il Brasile, il Sudafrica, l'europa, quindi più aree del mondo che sfruttano molte più periferie per ricavare le risorse utili per affrontare il cambiamento climatico, cambiamento climatico che viene affrontato.

Raffaele Crocco

fondamentalmente non alla ricerca di una soluzione macro che in qualche modo riesca a contenere, ad esempio l'innalzamento delle temperature medie, ma viene affrontato cercando di approntare e qui servono i minerali, qui servono le risorse, cercando di approntare gli strumenti e le macchine, i macchinari che consentono alla propria popolazione di stare meglio e di affrontare questo cambiamento sopravvivendo. Questo sta generando infinite guerre e infinite ragioni di scontro.

Jolanda Pupillo

Oltre ad essere uno strumento.

Jolanda Pupillo

per addetti ai lavori l'Atlante viene utilizzato molto anche nelle scuole. Riscontrate interesse negli studenti su questi temi?

Raffaele Crocco

Tantissimo. Io devo dire che i giovani sono molto più avanti di quanto raccontiamo possano essere, che siamo noi adulti molto distratti e forse non siamo troppo abituati ad ascoltarli. Come facciamo veramente un centinaio di incontri l'anno nelle scuole da Palermo a Bolzano in tutta Italia e ogni volta sono incontri che vanno veramente

Raffaele Crocco

Molto molto bene e ci accorgiamo ogni volta che i ragazzi sanno di cosa si sta parlando, sanno cosa sono le cose e e hanno delle idee. Probabilmente, oltre a dire loro, noi le nostre idee, dovremmo trovare degli strumenti per ascoltarli un po' di più.

Jolanda Pupillo

Ci sono zone o situazioni più preoccupanti a livello geopolitico, secondo voi?

Raffaele Crocco

Ma secondo noi rimane preoccupantissima la zona del cosiddetto vicino Oriente, quindi la Palestina, con i problemi che non si risolveranno.

Raffaele Crocco

E i problemi che ci sono di rapporti con la Siria, con l'Iraq, insomma con tutta un'area che ha grandissima importanza strategica e grandissima importanza mineraria o di materie prime, gas, petrolio. Quindi rimane al centro del mirino di tutti coloro che in qualche modo vogliono avere più risorse. Quindi quella rimane zona calda, rimane la situazione Russia, Ucraina è pesante per la situazione che si è creata con l'Europa e direi che le provocazioni reciproche in questo momento.

Raffaele Crocco

fa pensare niente di buono, almeno a livello di clima e di tensioni. E poi c'è la grande incognita di ciò che potrà accadere nel Pacifico. È lì che si giocano tutte le partite perché non dobbiamo dimenticare che il mondo viene governato da chi controlla le rotte marittime e quindi il controllo del mare è fondamentale. Non a caso gli Stati Uniti, appena si sono ritirati dalla fallimentare occupazione dell'Afghanistan che l'occupazione con intenzioni strategiche molto precise controllare Russia e Cina per via

Raffaele Crocco

terra appena usciti da lì hanno creato questa nuova alleanza con l'Australia con la Gran Bretagna, AUKUS, proprio per controllare la Cina sul Pacifico e lungo le rotte pacifiche, quindi lì si giocheranno le partite dei prossimi anni.

Jolanda Pupillo

Possiamo finire con qualche elemento positivo, nella vostra prossima edizione c'è qualche spiraglio di pace?

Raffaele Crocco

Assolutamente sì, noi siamo degli ottimisti in realtà, nonostante quello che raccontiamo, siamo convinti.

Raffaele Crocco

che la pace alla fine sarà l'ambiente naturale in cui vivremo come esseri umani, perché è il nostro ambiente naturale. La guerra è una sovrastruttura, quindi dobbiamo capire come smantellarla. È una cosa che ci dà speranza in realtà che noi raccontiamo questa cosa che si chiamano i tentativi di pace, cioè quello che viene messo in campo dalle stesse persone che subiscono la guerra nei territori di guerra per cercare di uscire da quella situazione. Il genere umano ha questa capacità meravigliosa di sopravvivere anche alle situazioni peggiori e di in.

Raffaele Crocco

il modo per venirne fuori. E questo ci dà una grande speranza e soprattutto ci dà la speranza che finalmente si riesca a capire una cosa molto semplice che la pace è banalmente conveniente. Noi quello che diciamo sempre come Atlante è lo slogan che usiamo di più costruire la pace, fare la pace, vivere in pace non è questione di essere più buoni, è semplicemente essere più intelligenti.

Jolanda Pupillo

Il sito dell'Atlante delle guerre e dei conflitti www.atlanteguerre.it.

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