Rosita, Maria e Isabella sono le tre protagoniste di "Un cappello pieno di conchiglie, amore e radici", uno spettacolo teatrale che racconta l'emigrazione femminile in Basilicata tra Ottocento e Novecento.
Lo spettacolo è promosso dall'associazione culturale Nemus Olim - Palazzo Filizzola, presieduta dalla storica e saggista Celeste Pansardi.
Con questo spettacolo lanciamo un messaggio sociale per cui la migrazione come tema è spesso una risorsaCeleste Pansardi
"Il regista Rocco Della mi fece vedere questo copione e io me ne sono innamorata - ha spiegato Pansardi - perché l'emigrazione del primo Novecento affogata nella nostalgia si trasforma invece pian piano in una emigrazione risolta, che diventa una risorsa per la Basilicata, perché ci sono storie di donne affermate che vivono all'estero, ma che scelgono di ritornare nella loro terra".
Come detto, sono tre le protagoniste dello spettacolo: Rosita, figlia di emigranti che trova nel tango la voce del suo riscatto; Maria, condannata a morte che trasforma la sua salvezza in aiuto per altre donne; e infine Isabella, giovane operaia, che affronta il fuoco e la paura in una fabbrica lontana.
La scelta del titolo è invece spiegata dal regista Rocco Diella: "Nei miei studi ho trovato una donna che parte e dice proprio questo. Quando una donna parte deve gettare in mare il cappello pieno di conchiglie, e deve sprofondare il suo passo nella sabbia e chiedere soprattutto quando ritornerà; non si sa", ha concluso Ditella.
Lo spettacolo "Un cappello pieno di conchiglie, amore e radici" andrà in scena dal 17 al 19 ottobre al Teatro Tordinona a Roma.