Nel corso del finesettimana, Israele ha raggiunto l’accordo per un “cessate il fuoco” con il gruppo palestinese Hamas, dopo che nei giorni scorsi un’escalation nello scontro al confine con la Striscia di Gaza aveva fatto temere un inasprimento del conflitto.
Ma nel momento in cui un fronte sembrava calmarsi, un altro si è surriscaldato. L’aeronautica israeliana ha infatti bombardato una base militare del governo di Bashar al-Assad in territorio siriano. Si tratta del primo attacco diretto a obiettivi governativi da parte di Israele, che negli ultimi mesi si era limitato a bombardare postazioni Iraniane in Siria.
Secondo Michele Giorgio, l’attacco sarebbe una diretta conseguenza del risultato dell’incontro tra il presidente statunitense Donald Trump e quello russo Vladimir Putin, che non avrebbe portato i risultati sperati da Israele per quanto riguarda la crisi Siriana.
In queto contesto, il parlamento israeliano ha approvato una modifica alla “Carta Fondamentale” dello stato, in cui viene per la prima volta esplicitamente dichiarato che Israele è uno stato ebraico. La notizia è stata accolta dalle proteste della comunità internazionale e degli israeliani appartenenti a minoranze religiose, in particolare gli arabi-israeliani.