Il leader dell'Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen è apparso in videoconferenza all'Assemblea generale dell'Onu- dopo che gli Stati Uniti gli hanno negato il visto. Nel suo intervento ha condannato il "genocidio" di Israele e ha ringraziato tutti i Paesi che hanno riconosciuto lo Stato palestinese.
"Abu Mazen ha cercato di dare l'impressione di essere tornato un leader con grande determinazione, deciso a portare il suo popolo verso lo stato indipendente", ha commentato il giornalista del quotidiano Il Manifesto, Michele Giorgio, ai microfoni di SBS Italian.
Il suo discorso è stato improntato su due strade, da una parte riconfermare che l'Autorità nazionale palestinese è pronta a realizzare queste aspirazioni, dall'altra ha cercato di rassicurare Israele ma soprattutto gli Stati Uniti
Intanto è atteso per oggi l'intervento del leader israeliano Benyamin Netanyahu al Palazzo di Vetro, a conclusione di una settimana durante la quale il mondo, non ultima l'Italia, sembra aver voluto manifestare con maggiore fermezza la condanna della situazione a Gaza.
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Il leader israeliano incontrerà anche il presidente americano Donald Trump alla Casa Bianca.
Trump ha promesso ai leader arabi che non permetterà a Netanyahu di annettere la Cisgiordania, dove continuano gli sfollamenti forzati.
Michele Giorgio ha anche commentato le ultime vicende riguardanti la Global Sumud Flottilla, dopo che Italia e Spagna hanno offerto alcune navi per scortare le imbarcazioni umanitarie che vorrebbero rompere il blocco israeliano e consegnare aiuti nella Striscia di Gaza.
Ma quale sarà il ruolo delle marine europee non è chiaro, e come ha detto il ministro della Difesa italiana Crosetto, le navi europee non offriranno garanzie in acque israeliane.
"Ci troviamo di fronte a 51 imbarcazioni, quindi anche per la marina israeliana non sarà facile fermarle tutte quindi potrebbero esserci delle azioni di forza da parte di Israele, come nel 2010 nel caso del traghetto della NV Mavi Marmara che costò la vita a 10 persone", dice Giorgio.