Martedì scorso la premier italiana Giorgia Meloni era seduta accanto al presidente degli Stati Uniti Donald Trump a cena al Palazzo Reale all’Aia, nei Paesi Bassi.
L’occasione era il vertice della NATO in cui l’Italia, assieme agli altri Paesi dell’Alleanza, si è impegnata a portare la spesa per la difesa al 5% del prodotto interno lordo entro il 2035.
Secondo i calcoli del Sole 24 Ore l’Italia passerebbe dagli attuali 45 miliardi di Euro, di cui 35 miliardi in difesa e 10 in sicurezza, a 145 miliardi (100 miliardi in difesa e 45 in sicurezza).
Una vittoria per Donald Trump, che tanto ha spinto su una maggiore spesa militare, e che nei giorni scorsi ha anche ottenuto il contenimento della tassa minima globale, concordato al G7.
Di fatto il presidente ha ottenuto importanti esenzioni per le compagnie statunitensi dalla Global Minimum Tax, con cui si cercava di porre un limite all'elusione fiscale delle grandi multinazionali.
Ma quanto sono davvero vicini Giorgia Meloni e Donald Trump e cosa ne guadagna l’Italia dal loro rapporto? Ne abbiamo parlato con il nostro corrispondente da Roma, il giornalista Carlo Fusi.
L'Italia, la Meloni vuole fare la pontiera, però non può perdere l'aggancio con il resto d'Europa: questo è il punto di frizione.Carlo Fusi, giornalista