Qual è il segreto dell'italiano? Come ha fatto una lingua che si parla solo in Italia ed in pochissimi altri stati vicini all'Italia, come Svizzera, San Marino e Vaticano, a diventare così conosciuta nel mondo?
Lo abbiamo chiesto a chi ci ascolta e ad alcuni esperti in occasione della Settimana della lingua italiana nel mondo, che quest'anno ha come tema "Italofonia: lingua oltre i confini".
"Quello che c'è di bello con l'Italia, con gli italiani in generale è che quando trovano qualcuno che fa uno sforzo di parlare in italiano c'è sempre un'apertura, un certo calore", riflette il docente di italiano alla Flinders University Stefano Bona.
Per Laura Crippa che lavora invece alla University of Sydney "la musicalità della lingua sicuramente ha un'attrazione fortissima su chi non parla l'italiano, e poi anche la sua profondità dovuta alla sedimentazione di tante culture differenti che l'hanno plasmata nei secoli".
Silvia De Cesare, presidente della South Australian Association of Teachers of Italian, sottolinea anche l'importanza della musica, da quella classica con cui "è cominciata la diffusione della lingua italiana", passando per Luciano Pavarotti, fino ai Måneskin.
Ascolta il nostro dibattito cliccando sul tasto "play" in alto
Andrea Rizzi, professore di italianistica all'Università di Melbourne, ricorda la visilibità dell'italiano anche all'estero, che può incuriosire un po' tutti.
Secondo Rizzi, l'italiano è "una lingua che ha una presenza e questa presenza secondo me è un'attrazione molto forte che spesso, per fortuna nostra, convince gli studenti a fare... a provare a vedere che cos'è questa lingua."
Basta fare una passeggiata per il centro di Melbourne, per esempio, o qualunque città australiana, ci sono tantissime parole italiane che troviamo su cartelli, segnali, menù.Andrea Rizzi, professore di italianistica all'Università di Melbourne
Per Rosaria Miglioli, vicedirettrice della Società Dante Alighieri di Brisbane, l'inventività degli italiani all'estero ha giocato un grande ruolo nella diffusione della lingua, con gli emigrati che "quando viaggiavano in altri paesi portavano con loro questa grande creatività e quella che io chiamo adesso intelligenza artigianale, e quindi con il loro lavoro hanno portato la lingua".
Sara, nostra ascoltatrice di Melbourne, ci ha scritto tramite SMS: "siamo riusciti a trasportare i valori attraverso la cultura".
Per Rita parlare l'italiano è come "rubare qualcosa" e portarsi a casa un po' della bellezza dell'Italia, un sentimento che torna in un altro SMS che abbiamo ricevuto, secondo cui "dovunque vai e ti giri c'è dell'Italia, quindi poi è normale che diamo un po' di quella curiosità di conoscere l'Italia e l'italiano, e quelli che possono e sono capaci lo studiano anche".
I motivi sembrano tanti. Il dibattito continua...