"È stato difficile dare un dispiacere a mio padre, comunicargli che avrei lasciato il lavoro in banca, ma in Italia erano un po' di mesi che ero giù di morale, che volevo cambiare".
Luca Balestrazzi prende la rincorsa: per raccontare la sua storia, per ripercorrere la strada che lo ha portato a diventare un componente dello staff degli Young Socceroos, comincia dal momento in cui ha deciso di lasciare la famiglia, gli amici di sempre, la via Emilia e il famigerato posto fisso.
Quella strada lo ha portato oggi, a 36 anni, a diventare il Team Manager della nazionale di calcio under 20 australiana.
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Luca Balestrazzi ai tempi della Milan Accademy di Sydney
"Volevo isolarmi dal punto di vista linguistico, evitare la comunità italiana per immergermi nell'inglese. Per questo ho scelto la Gold Coast e la certificazione Cambridge", ricorda Luca.
Dopo il working holiday ho avuto un po' di 'tribolo'. Ma non avevo un piano B, volevo restare in AustraliaLuca Balestrazzi
"Ho avuto un po' di tribolo, come si dice a Bologna. Ma dal 2014 in poi non avevo un piano B. Volevo restare in Australia, volevo riuscirci. Ero cattivo. E di solito con questi presupposti si riesce ad ottenere quello che si vuole".
Paradossalmente, oltre al rapporto con Kate - la futura moglie - è stato fondamentale proprio il network che si è costruito tra gli italiani di Sydney. Una serie di contatti che gli hanno aperto le porte della Milan Academy, dove Luca ha potuto far valere la sua esperienza e la sua passione e ha potuto piantare i primi semi nell'ambiente calcistico.
Luca Balestrazzi con Jack Warshawsky, un giovane Socceroo
Quindi ha collaborato prima con il Sydney FC, poi con i Central Coast Mariners e infine ha mosso i primi passi nel calcio professionistico australiano, tornando in Queensland per rispondere alla chiamata nel Brisbane City. Da lì ai Roar, dai Roar a Football Queensland e da Football Queensland a Football Australia, il passo è stato relativamente breve.
Il calcio è diventato un lavoro, ma la passione infantile resta la benzina, la base di tuttoLuca Balestrazzi, assistant coach degli Young Socceroos
Oggi Luca non solo ricopre il ruolo di Team Manager della selezione nazionale, ma collabora anche con un club locale. Il che si traduce anche in tanto, tanto, tanto calcio in TV. Da quello giovanile a quello nazionale fino a quello europeo. "Guardo tra le 15 e le 20 partite a settimana: in Australia vanno matti per la Premier, ma a me piace sempre da impazzire la Serie A, anche se gli orari sono scomodi".
"Il calcio è diventato un lavoro, ma la passione infantile resta la benzina, la base di tutto. Diventerò sempre più vecchio e più lento, ma quando vedo una palla torno ai tempi delle scuole elementari".

Luca assieme alla moglie Kate e ai figli, Neve e Niccolò
"Il calcio qui costa molto, è uno sport per praticare il quale servono molti soldi, e quindi solo le persone ci un certo ceto sociale, che vengono da una certa situazione famigliare ed economica, possono permetterselo. In Australia il bacino del talento c'è, ma è tutto troppo bello - dalle strutture, ai campi".
In Australia il talento c'è, ma è tutto troppo bello e tra i ragazzini mancano la mentalità, la fame e la resilienza necessariLuca Balestrazzi
"Se vai a vedere i percorsi dei ragazzi che qui arrivano a certi livelli, scopri che molti sono rifugiati o che vengono da background non facili ma che hanno la fortuna di trovare scuole e club che li supportano economicamente. Il problema è che vivono in una realtà applicabile solo qui".
"È tutto troppo bello, troppo perfetto, ma è valido solo qui. Poi esci da questa bolla e scopri che il mondo funziona diversamente. Che ci sono ragazzini magari con meno talento ma più smaliziati. Inoltre le distanze rendono difficile il confronto tra i migliori e senza confronto non si cresce. La vastità dell'Australia non aiuta nello sviluppo del talento".
Luca Balestrazzi assieme ad Alessandro Diamanti
"Credo che l'Australia avrà una presenza costante ai Mondiali e credo che può realisticamente ambire a superare regolarmente la fase a gironi, offrire un calcio interessante e stupire un po' di gente. Il potenziale c'è".
I Socceroos possono superare regolarmente la fase a gironi dei Mondiali
Luca Balestrazzi già sa che se dovesse affrontare l'Italia in una gara ufficiale, il momento degli inni sarebbe quello emotivamente più significativo. Il 36enne bolognese ha anche le idee chiare sul futuro.
"A me piace il lavoro in campo, quindi il mio ruolo attuale calza a pennello: se riesci a connetterti empaticamente con i giocatori , il 95% del lavoro è fatto. Il mio obiettivo personale è quello di lavorare come allenatore in seconda per qualche club professionistico, in Australia o altrove".
Luca Balestrazzi (quarto da sinistra in alto) durante l'inno australiano