Ogni anno circa 250mila persone in Australia e Nuova Zelanda necessitano di cure mediche per commozioni cerebrali, in inglese concussion, con un costo annuale stimato di 100 milioni di dollari.
Le ricerche suggeriscono che quasi la metà di coloro che subiscono una commozione cerebrale non riceve le cure di cui avrebbe bisogno.
La professoressa Barlow, neurologa pediatrica e accademica presso l'Università del Queensland, è autrice di un rapporto pubblicato sul Medical Journal of Australia, che descrive come la diagnosi iniziale sia fondamentale.
“I medici generici e gli operatori sanitari svolgono un ruolo fondamentale nella cura delle commozioni cerebrali, ma spesso non hanno la sicurezza necessaria per gestire il recupero”, ha affermato la prof.essa Barlow.
Il nuovo modello di cura si chiama “Mind the Gap”.
“Gli australiani chiedono maggiore uniformità nell'assistenza sanitaria”, ha dichiarato la prof.essa Barlow.
"Questo nuovo modello di assistenza migliorerà i risultati dei pazienti, in particolare tra le comunità vulnerabili".
Secondo le nuove direttive, può essere consigliato al paziente di riprendere, in modo sicuro e graduale le normali attività già dopo 24 ore dopo l’infortunio, includendo anche attività fisiche leggere, ma questo dipende dai sintomi individuali.




