È sempre più fosco il futuro del piano voluto da Trump per la Striscia di Gaza e per l’area in generale. Permane il problema tutt’altro che secondario della cessione di sovranità di uno tra Hamas a Gaza e l’ANP a Ramallah, che secondo il giornalista de Il Manifesto Michele Giorgio è "un nodo fondamentale, e non sembrano al momento esserci spiragli per una soluzione".
Giorgio ha anche parlato dell'arresto dell’ex procuratrice generale dell’esercito israeliano, Yifat Tomer-Yerushalmi, nell’ambito di un’inchiesta sulla diffusione di un video che mostrava gravissimi abusi contro un detenuto palestinese nel 2024.
"La vicenda ha portato alla luce i trattamenti sub-umani riservati a molti prigionieri palestinesi nel centro di detenzione di Sde Teiman", ha detto Giorgio, "e nonostante questo pochi giorni fa ha fatto il giro del mondo la foto dei cinque soldati incriminati che si abbracciano, fiduciosi di farla franca", ha concluso.
Giorgio ha anche analizzato i cambiamenti della società israeliana a 30 anni dall'omicidio di Yitzhak Rabin, "ucciso dalla base che sostiene questo governo, e questo possiamo dirlo senza alcuna ombra di dubbio.
Secondo Giorgio "al tempo di Rabin la società israeliana era polarizzata tra sostenitori del PM e una parte della società che invece lo contestava: oggi invece non c'è neanche più questa polarizzazione".
La società israeliana oggi non ha nessun interesse a raggiungere un accordo con la Palestina: parlano le armiMichele Giorgio




