Highlights
- L'udienza preliminare del processo per l'omicidio Regeni si è conclusa con lo stop al procedimento a causa dell'assenza dei quattro imputati
- La terza Corte d'Assise di Roma ha stabilito che il processo non può iniziare perché non esiste prova che gli imputati siano a conoscenza dell'esistenza del processo
- La famiglia Regeni ha chiamato a deporre il presidente Al Sisi e tutti i presidenti del consiglio italiani al governo negli ultimi cinque anni
Si è aperto poche ore fa a Roma, nell'aula bunker di Rebibbia, il procedimento che vede imputati i quattro 007 egiziani accusati del sequestro e dell'omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore italiano che venne ritrovato morto al Cairo nel febbraio del 2016, dopo aver subito terribili torture.
Dopo sette ore di camera di consiglio però, i giudici della III corte d'Assise di Roma hanno deciso che il dibattimento non può avere inizio perché non esiste la prova che i quattro imputati fossero a conoscenza dell'esistenza del processo a loro carico.
Gli atti dell'inchiesta tornano ora al giudice per l'udienza preliminare, che dovrà nuovamente tentare di notificare agli imputati il procedimento
Tra gli imputati, ci sono alte cariche dei servizi segreti egiziani: il generale Sabir Tariq, i colonnelli Usham Helmi, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif.
L'avvocato Ballerini, che assiste i genitori di Giulio ha annunciato l’intenzione di chiamare a deporre anche il presidente Al Sisi, nonché tutti i presidenti del consiglio italiani che si sono stati al governo nei precedenti cinque anni (quindi Renzi, Gentiloni, Conti e Draghi) , insieme ai ministri degli Esteri e i vertici dell’intelligence.
Il giornalista del Manifesto Michele Giorgio raconta a SBS Italian come l'assenza degli imputati sia cruciale per l'inizio del processo.
Nel NSW sono stati registrati 399 casi COVID-19 acquisiti localmente e quattro decessi nelle 24 ore fino alle 20:00 di ieri.
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