È stato il giorno di Donald Trump, degli ostaggi liberati, delle firme e della ceralacca sul cessate il fuoco. Il 13 ottobre 2025 resterà nei libri di storia: per quanto, sarà soltanto il futuro a dircelo.
"La situazione è tutt'altro che semplice," ha detto il giornalista de Il Manifesto Michele Giorgio, "perché c'è un nodo spinosissimo, quello del disarmo di Hamas, che ancora non è stato sciolto. Quel che è certo è che al momento Trump in Israele è un eroe nazionale," ha affermato.

Un uomo ebreo indossa una kippah con l'immagine del presidente degli Stati Uniti Donald Trump durante un raduno in una piazza nota come piazza degli ostaggi a Tel Aviv, Israele, lunedì 13 ottobre 2025, prima del rilascio degli ostaggi israeliani detenuti a Gaza. Source: AP / Oded Balilty/AP/AAP Image
Ai festeggiamenti e alle lacrime di gioia nelle strade di Gerusalemme e di Tel Aviv si è aggiunta la tensione durante il discorso di Donald Trump alla Knesset, interrotto da due parlamentari della sinistra israeliana.
Ho avuto modo di parlare con Cassif, secondo cui il riconoscimento dello Stato palestinese è fondamentale per un esito positivo delle trattative di paceMichele Giorgio
Ayman Odeh e Ofer Cassif, hanno protestato mostrando un cartello con la scritta "Riconoscere la Palestina", suscitando urla e proteste tra i presenti. Il presidente del Parlamento Amir Ohana ha poi ordinato l’immediato allontanamento dei due parlamentari di sinistra dall’Aula.
Tra peana e riverenze, Michele Giorgio ha posto l'accento su una risposta di Donald Trump alla domanda "che ruolo avrà Hamas?". "Trump non ha chiuso le porte, e avrebbe concesso ad Hamas il via libera per risolvere questioni interne," ha aggiunto Giorgio.