Un interrogativo campeggia a caratteri cubitali sulle mura di un edificio nel cuore di Andria, in Puglia: "Ritornerai?"
La domanda è stata posta dallo street artist Daniele Geniale a tutti i ragazzi e le ragazze che dalla vicina stazione di Via Barletta partono per andare a studiare o a lavorare nelle grandi città o all’estero.
Sulla parete di ventri metri di altezza e dieci di larghezza è raffigurata una persona alla fermata di un autobus, seduta sul suo trolley, con una borsa sulle spalle e uno smartphone in mano. Dal telefonino esce sotto forma di messaggio la scritta “Ritornerai?”
Chiunque parte si porta dietro anche il rimorso di aver perso tanti anni della propria famiglia, di non vedere crescere il fratello o la sorella o i nipoti.
“È un corpo enorme al quale manca il volto. Una decisione presa volontariamente per constatare che il fenomeno [dell’emigrazione] è un fattore fondamentalmente umano. L’esigenza di muoversi, di sognare e proiettarsi in un futuro migliore ma, allo stesso tempo, il fatto di non aver utilizzato un volto, riporta al succo della questione, ovvero che dal sud la gente continua a partire”, ha raccontato l’artista durante un’intervista rilasciata ad SBS Italian.
Non solo una denuncia, ma anche un’opera attraverso la quale Geniale tenta di risolvere “un dilemma che è durato una dozzina d’anni.”
Lo street artist ha un passato da studente fuori sede e successivamente da emigrato.
“Quando ho cominciato i miei studi mi sono prima spostato a Roma, poi a Lisbona e Madrid e in Brasile, quindi si tratta di un lavoro autobiografico”, ha proseguito l’artista. “So cosa vuole dire il fenomeno dall’interno, so cosa vuol dire per le famiglie di chi parte e per chi sta per partire”.
L’opera risalta sul rosa pallido della parete attraversol l’uso di colori che appartengono alla sola scala di grigio, in ricordo delle prima immagini degli emigrati del dopoguerra. La presenza del telefonino lega il fenomeno storico all’emigrazione del presente, per sottolineare che i giovani continuano a partire e che il sud continua a svuotarsi.
La mia intenzione è quella di turbare e spingere a una riflessione sul perché più si va avanti e più il sud si svuota.
“La domanda non la pongo io, ma tutti quelli che sono radicati al proprio territorio. Da italiano del sud, sono molto legato alla mia terra”, spiega l’artista. “Chiunque parte si porta dietro anche il rimorso di aver perso tanti anni della propria famiglia, di non vedere crescere il fratello o la sorella o i nipoti.”
“Si parte non solo per necessità, ma anche per curiosità. Il punto rimane chiedersi quanto si è disposti a continuare a soffrire la distanza dai propri cari, continua Geniale.
L’artista punta a creare con il suo muro “Un turbamento cognitivo che poi diventa anche emozionale”.
“Io forse sono un privilegiato, ma penso che se si riesce a fare un lavoro che piace in una terra meravigliosa - nel mio caso la Puglia - si può essere soddisfatti. Credo che stare in Italia, con la ricchezza che offre in ogni regione, vivere nella propria terra, sia un privilegio”.